MotoGP 2018. Dovizioso: "Marquez sa dove osare per batterci"

MotoGP 2018. Dovizioso: "Marquez sa dove osare per batterci"
Andrea molto soddisfatto dopo aver conquistato il miglior tempo nelle FP1, l’unico turno disputato con l’asciutto. “Come previsto, siamo veloci su questa pista: per giocarsela con noi, Marc deve lavorare molto bene sui dettagli. Ma è solo venerdì”
10 agosto 2018

Zeltweg  –  Al di là della pioggia delle FP2, il responso della prima giornata è stato abbastanza chiaro sui valori in campo: le due Ducati contro Marquez. O, a seconda di come la si vede, Marquez contro le due Ducati. Insomma, tutto secondo copione, come conferma anche Andrea Dovizioso.

«Abbiamo fatto un solo turno, ma sta accadendo quanto pensavamo ieri: sapevamo di poter essere subito veloci su questa pista e Marquez deve lavorare sui dettagli per giocarsela con noi. Per il momento, è andata secondo le aspettative, ma sono convinto che con altri turni di asciutto, Yamaha e Suzuki potranno avvicinarsi».

Ti aspettavi anche che Marquez fosse così vicino?

«Sì, me lo aspettavo. Lui ha la situazione sotto controllo in generale e sa se su una pista deve partire subito aggressivo, come ha fatto qui oggi, o settimana scorsa a Brno. Sa di dover recuperare un po’ e per questo ha spinto subito fortissimo».

Confermi anche su questa pista i progressi della GP18 rispetto alla GP17?

«Sì, confermo: siamo più veloci del 2017, così come lo è anche la Honda, che non è andata forte solo con Marquez. E’ un’altra conferma che sia la Ducati sia la Honda hanno lavorato bene durante l’inverno, facendo dei piccoli miglioramenti».

Negli ultimi due GP nei quali hai fatto la pole – Malesia 2016 e Rep. Ceca 2018 – hai poi vinto la gara; al di là della statistica, potrebbe avere senso rischiare qualcosa di più in qualifica, per partire più avanti?

«Per un pilota come me, quando faccio la pole significa che sono completamente a posto, vuol dire che sono messo veramente bene. Quindi non è una questione di rischiare di più, ma di come ti senti con la moto».

Ci sono margini di miglioramento?

«Per come è fatta la pista, qui non ci son grandi margini di miglioramento, sia nel tempo sul giro sia nel passo».

Dovresti aver bisogno di cambiare strategia in caso di un altro arrivo in volata con Marquez?

«Gli arrivi in volata non sono mai scaturiti da una strategia precisa: semplicemente mi sono trovato in quella situazione e ho cercato di adattarmi. Non è che lui è caduto in una trappola tesa da me, semplicemente ci siamo trovati e l’abbiamo gestita entrambi sul momento. Diciamo che non è il mio obiettivo arrivare all’ultima curva così…».

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