MotoGP 2018. GP Austria, Rossi: "Per salire sul podio ci vuole un regalo"

MotoGP 2018. GP Austria, Rossi: "Per salire sul podio ci vuole un regalo"
Valentino piuttosto pessimista dopo le libere: nelle FP1, sull’asciutto, ha chiuso 11esimo, dopo aver anche rotto la corona. “Essere fuori dai dieci potrebbe essere un grande problema in caso di FP3 bagnate. Su questa pista, i nostri problemi vengono accentuati”
10 agosto 2018

Zeltweg – Quando le cose vanno già male, non possono che peggiorare. A questa “legge di Murphy” non sfugge nemmeno Valentino Rossi: come se non bastassero i problemi della Yamaha, ecco la rottura della corona all’inizio delle FP1. Un evento più unico che raro.

«Sì, si è rotta la corona: questa è una pista molto aggressiva con la trasmissione e purtroppo si è rotta. Ho provato in tutti i modi a ripartire con la stessa moto, perché la seconda era un po’ differente e non mi trovavo benissimo».

Così sei 11esimo: un guaio se nelle FP3 dovesse piovere.

«Effettivamente potrebbe essere un grande problema, perché se nelle FP3 non ci saranno le condizioni giuste sarei costretto a passare dalla Q1. Alla fine delle FP1 ho provato il “Time Attack”, l’attacco al tempo, ma sono rimasto fuori dai dieci per pochi millesimi (49, NDA)».

Su questa pista i vostri problemi sono accentuati?

«Questo tracciato è molto difficile per noi: abbiamo i soliti problemi, ma la differenza con i primi è più grande del solito».

Con l’acqua come è andata?

«E’ stato interessante fare un po’ di giri con il bagnato: siamo più competitivi rispetto al 2017, ma con la pioggia i limiti della gestione elettronica sono ancora più grandi e il gap aumenta. Spero che non piova: sull’asciutto possiamo fare un po’ meglio».

A quattro minuti dalla fine delle FP2, pioveva fortissimo e tutti sono rientrati ai box, mentre tu sei rimasto in pista: chi te l’ha fatto fare?

«Sono rimasto in pista solo perché volevo provare la partenza. Ma andavo veramente piano…».

Con tutti questi problemi pensi di poter conservare il secondo posto in campionato?

«Diciamo che essere secondo non è un’impresa, ma una buona prestazione sì. A parte l’Argentina, sono sempre arrivato nei primi cinque, non ho buttato via niente: sono davanti ai piloti Ducati perché hanno avuto un po’ di sfortuna e hanno fatto degli sbagli. Sarà molto difficile mantenere la seconda posizione su Dovizioso, ma anche su Lorenzo».

A Brno, dopo la gara, riferendoti a Vinales, ha detto che è dura trovare le motivazioni per “sbadilare” per fare quinto; tu dove le trovi?

«Bisogna attaccarsi a tutto quello che si può, sfruttare al massimo il nostro potenziale per fare il meglio possibile: per salire sul podio ci vuole un regalo. Ma siamo qui e bisogna lottare per portare a casa tutto quello che si può».

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