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Marc Marquez ai microfoni di SKY: “Partivo dalla terza fila: è stata una extra motivazione, non ho mai vinto partendo dalla terza fila. Ma ho fatto fatica all’inizio, per passare i piloti ho fatto alzare troppo la temperatura delle gomme. Rossi ha iniziato a spingere, ha allungato, poi però ho spinto un’altra volta: era una spinta di cuore, non di testa… Peccato per l’errore di Valentino, sarebbe stato bello arrivare con lui fino alla fine. Ero al limite, tutta la gara al limite. Ero a 1”5, poi piano piano ho iniziato a recuperare decimi, ho ritrovato energia, il corpo mi spingeva, poi quando è caduto Rossi mi sono rilassato. Lo dico quando ho la moto perfetta, ma oggi ho guidato di cuore: avevo già vinto, siamo in Malesia su un circuito che faccio fatica, essere lì secondo, mi ha fatto guidare con il cuore. Ho fatto tanta fatica, ma è andata bene. Volevo fare i complimenti a Martin e Bagnaia: Jorge ne aveva un po’ di più di Bezzecchi, che però è stato bravissimo e Pecco ha fatto un anno perfetto. Bagnaia è stato compagno di squadra di mio fratello nel CEV”.
Johann Zarco: “Se sono riuscito a salire sul podio è grazie al mio inizio gara. Rossi era velocissimo, ho provato a passarlo ma non era possibile, ma seguirlo a distanza mi ha permesso di prendere un po’ di margine su quelli dietro. Quando lui è caduto, ero secondo dietro a Marquez, ma già da qualche giro mi segnalavano la rimonta di Rins: mi ha passato alla curva 4, era più veloce di me, ma ho provato a stare con lui. Non era però possibile e quasi cado alla curva 11: a quel punto non ho più forzato. Per Valencia, il primo obiettivo è conquistare il titolo di miglior pilota non ufficiale, poi, perché no, provare a finire il campionato nei primi cinque. Rispetto all’anno scorso sono più preciso sulla moto: qui abbiamo iniziato male nelle FP1 e quando ci succede, solitamente, non riusciamo a trovare la strada, ma questa volta ci siamo riusciti. La nostra moto è la stessa della prima gara, ha dei limiti, ma oggi i limiti erano per salire sul podio”.
Alex Rins: “E’ stata una gara difficile e molto calda. Ho faticato nei primi giri, era dura superare le Ducati, velocissime in rettilineo. Rossi e Marquez sono scappati, per me era impossibile tenere quel passo, ma sono rimasto concentrato e quando ho superato Pedrosa ho spinto ancora di più per andare a prendere Zarco. La Suzuki è competitiva dall’inizio dell’anno e nella seconda parte della stagione siamo cresciuti ulteriormente. Quest’anno abbiamo la Suzuki ha conquistato otto podi e hanno già iniziato a lavorare sulla moto 2019, Giuntoli ha già usato la prima versione del motore dell’anno prossimo. Ad Assen mi hanno portato un’evoluzione di motore, con più potenza massima e da lì abbiamo migliorato, fino a combattere con Honda e Yamaha. Anch’io ho più esperienza, riesco a gestire meglio gomme ed elettronica”.