Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
BRNO – Il nuovo Jorge Lorenzo è anche capace di gestire all’inizio e attaccare alla fine: impensabile qualche mese fa. Una trasformazione che porta a un secondo posto di grande valore: Jorge è stato battuto da un Dovizioso ispirato, ma ha poco (o nulla) da rimproverarsi.
«Se non avessi cambiato strategia, se non avessi gestito la situazione all’inizio, mai avrei fatto il miglior giro del GP all’ultimo passaggio. E’ stata una gara difficile per le gomme, ho dovuto cambiare stile di guida: la mia moto era un pelino meno efficace in accelerazione, ma ero molto forte in staccata».
La sfida con Marquez è stata decisiva per la vittoria di Dovizioso?
«Non lo so. Sicuramente Andrea ha preso un po’ di vantaggio, ma la realtà è che lui ha dominato la gara, è sempre stato in testa, ha imposto il ritmo. Io ho perso un po’ di tempo a metà gara e ci ho messo un po’ a riprendere i primi. Diciamo che se Marquez non mi avesse passato, avrei potuto avere una visualizzazione più chiara dell’eventuale sfida con Andrea».
Quanto è stato difficile, psicologicamente, cambiare tattica di gara, quanto hai dovuto “violentarti” per non attaccare subito?
«Diciamo che non aver fatto una partenza come al solito mi ha agevolato: quello che sembrava un errore si è rivelato un vantaggio, perché se fossi stato al comando, sarebbe stato più difficile stare tranquillo. Poi, negli ultimi sette giri mi sentivo veramente forte, anche se per passare dovevo azzardare molto nelle chicane».
Si può dire che, ormai, hai in mano la Ducati?
«GP dopo GP ho sempre più esperienza con questa moto: con la Ducati bisogna sacrificare un po’ la percorrenza a vantaggio della frenata, dove adesso sono forte».
E della relazione con Dovizioso cosa dici?
«Al di là della nostra “guerra”, bisogna riconoscere che ha fatto una grande gara: sono contento per lui. In realtà tra di noi c’è rispetto, solo che qualche volta mi punzecchia. Quando ho cominciato ad andare forte mi ha attaccato e io ho risposto, ma non c’è alcun problema tra di noi. Ognuno va per la sua strada».