MotoGP 2018. Marquez: "Vincerle tutte? Perché no..."

MotoGP 2018. Marquez: "Vincerle tutte? Perché no..."
Marc scherza sulla possibilità di dominare ogni GP: la sua supremazia è devastante. «Mi sento bene con la moto, lavoriamo bene e la RC213V migliora continuamente. Dovizioso era l’avversario più pericoloso, stavo guardando cosa faceva: fuori lui ero più tranquillo
20 maggio 2018

LE MANS – Inarrestabile. Terza vittoria consecutiva, un secondo posto come peggior risultato quando è arrivato al traguardo, quattro podi in cinque GP, 36 punti di vantaggio sul secondo in classifica (Vinales) e 49 sull’unico pilota in grado veramente di batterlo (Dovizioso): il dominio di Marc Marquez è assoluto.
 

«All’inizio, però, ho faticato: Zarco è entrato molto deciso alla seconda curva: niente di scorretto, ma ci siamo toccati, ho perso un po’. Poi mi è caduto Iannone davanti: sono riuscito a evitarlo per un pelo, ma mi hanno passato in due. Sono stato l’unico a partire con la gomma dura posteriore, perché mi dava maggiore sicurezza, ma sapevo anche che nei primi due giri avrei faticato: ho pensato a stare calmo, cercando solo di vedere cosa faceva Dovizioso, l’unico che aveva il passo per vincere. Quando è caduto, ho cambiato un po’ approccio, sono stato più tranquillo. Una volta al comando, Petrucci è rimasto sempre lì, ma nel finale, anche grazie alla gomma dura, ho potuto prendere un po’ di margine. Bello vincere su un circuito dove in passato ho sempre faticato».


Marc, la mia valutazione è che dopo quanto accaduto in Argentina, vuoi vincere tutte le gare per distacco per dimostrare il tuo valore; è così?

«Mi sento molto bene con la moto, ma non è pensabile vincere così tutte le gare. Ma se c’è la possibilità, perché no?».


Tu fai una grande differenza, ma è la migliore Honda che tu abbia mai avuto?

«E’ un po’ tutto l’insieme. Mi sento bene con la moto, quando ti senti a tuo agio lavori meglio e se lavori meglio, la moto è migliore».


Come spieghi l’errore di Dovizioso?

«Ha corso in una maniera diversa rispetto al solito, ha attaccato subito, forse perché voleva approfittare della mia scelta della dura posteriore che poteva dargli un vantaggio all’inizio. Era lui il pilota da battere, ma ha sbagliato».

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