MotoGP 2018. Rossi: "Competitività tutta da verificare"

MotoGP 2018. Rossi: "Competitività tutta da verificare"
Valentino prudente nonostante il buon risultato in Thailandia: “Là più veloci delle aspettative, ma, in ogni caso, né io né Vinales ce la siamo potuta giocare veramente con Marquez e Dovizioso. Non so cosa aspettarmi: ottimista al 50%”
18 ottobre 2018

Curioso, come tutti. Dopo l’inaspettata competitività thailandese, Valentino Rossi attende questo GP con la curiosità se la Yamaha M1–Inter sarà efficace anche su questa pista che, sulla carta, non è esattamente favorevole, visti i problemi di quest’anno. Ma nemmeno Buriram lo era…


«E’ un GP importante: veniamo da una buona gara e dobbiamo capire se anche qui possiamo essere competitivi. Là avevamo qualcosina di nuovo, ma piccoli dettagli: la nostra velocità su quel tracciato è stata una sorpresa anche per noi. Il grip della pista ci ha aiutato, così come la possibilità di utilizzare le gomme dure. Vediamo se anche qui possiamo essere veloci, senza dimenticare che in Thailandia siamo stati lì, ma mai veramente in lotta per la vittoria con Marquez e Dovizioso».

 

Prima del GP sei stato in Yamaha: avete parlato un po’ dei piani futuri?

«Sì, lo abbiamo fatto anche in Thailandia, dove c’erano tutti i capi della Yamaha. Ma non so se il messaggio è arrivato: vediamo».

 

Loro ti hanno detto qualcosa?

«E’ sempre difficile capire: loro sono sempre d’accordo quando parli con loro e confermano quanto gli dici, ma non sai mai cosa sta succedendo, qual è l’impegno di lavoro».

 

Sei fiducioso?

«Non lo so: diciamo 50%. Questa è una pista più tradizionale rispetto a quella della Thailandia: solitamente è un tracciato abbastanza buono per la Yamaha. A Buriram c’era molto caldo, delle gomme differenti, bisogna mettere la moto in pista e vedere se siamo veloci anche qui».

 

Secondo te Marquez vince qui il mondiale?

«Penso che Marquez proverà a chiuderlo, perché è importante vincere in casa Honda, ma anche Dovizioso è molto veloce. Di solito cerchi di chiuderla il primo possibile, però cambia poco: sono loro due che vanno forte».

 

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