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MONTMELO’ – In attesa di tempi migliori, è costretto a giocare in difesa. Ma lo fa nel miglior modo possibile: in questo momento, Valentino Rossi tiene in piedi la Yamaha. Terzo podio consecutivo, quarto della stagione, secondo in campionato, per la quarta volta (su sette GP), migliore M1 al traguardo: dal suo punto di vista, insomma, ha poco da rimproverarsi.
«Sono contento perché ho fatto quattro podi dall’inizio dell’anno, tre consecutivi: mi sento bene, sto guidando bene e sto lavorando al meglio con la mia squadra. Riusciamo ad arrivare alla domenica sempre abbastanza a posto, ma, come ho detto al Mugello, il mio miglior risultato rimane un terzo posto. Così i mondiali non si vincono e, soprattutto, lottare per vincere o per le prime due posizioni è un’altra cosa. Rispetto a ieri siamo riusciti ad andare meglio, abbiamo fatto un passo in avanti nel warm up; alla fine, la gomma davanti soffice ha funzionato bene. Ma ci è mancato un pochino, soprattutto nei primi giri: Márquez e Lorenzo andavano di più, sono stati più bravi. Dovi poi ha sbagliato, però era più vicino, potevo cercare di tenerlo. L’aspetto positivo è che sono riuscito a tenere lo stesso passo fino alla fine, anche considerando la grande fatica che avevamo fatto su questa pista nel 2017».
Nonostante tutto, sei secondo nel mondiale: ci credi al titolo?
«E’ normale che ci credo, ci mancherebbe: tutti i piloti che fanno il mondiale ci credono, anche gli ultimi, figurati io che sono secondo… E’ bello lottare, non sono così lontano, ho perso solo quattro punti da Márquez e ho allungato sugli inseguitori per il secondo posto.
Altro aspetto importante: ho perso pochi punti rispetto a Lorenzo, che ha vinto due gare di fila e sta tornando su forte. Sarà bella fino alla fine, sperando di migliorare nella seconda parte della stagione. Ma non saprei dire quando».
Il prossimo GP sarà ad Assen, dove tu e la Yamaha avete conquistato l’ultimo successo.
«E’ una statistica piuttosto triste, per me e soprattutto per la Yamaha. Assen è una pista fantastica, è bellissimo guidare la MotoGP lì: solitamente riesco ad andare forte e la Yamaha è competitiva, speriamo di esserlo anche quest’anno. Ma non vorrei aspettare Assen per vincere, mi piacerebbe essere competitivo da tutte le parti».
In questo momento la Yamaha sei tu, anche perché Viñales sembra un po’ perso: con Lorenzo in Yamaha avreste risolto prima questi problemi?
«E’ difficile da dire, non sarebbe giusto dire che la Yamaha va male perché c’è Viñales al posto di Lorenzo. C’entrano tanti fattori, le scelte che si fanno, gli altri che sono migliorati molto, la centralina unificata che per noi ha rappresentato un grande problema e che per gli altri è stata addirittura un vantaggio. Sono diversi elementi: con Lorenzo mi trovavo sempre molto d’accordo sulle vie da seguire, ma più o meno anche con Viñales. Più che altro la questione il fatto che Honda e Ducati sono state più aggressive e sono riuscite a migliorare di più in questo periodo. Direi che la colpa, tra virgolette, è più della Yamaha che di Viñales».