MotoGP 2018. Rossi: "Il pilota c'è, la moto no"

MotoGP 2018. Rossi: "Il pilota c'è, la moto no"
Valentino Rossi soddisfatto del quarto posto, e per essere riuscito a stare con i più veloci. "E’ un peccato essere in un momento così buono di forma e anche buono col mio team, perché lavoriamo bene. Ho la moto che va un po' più piano delle altre, altrimenti avremmo tutto il necessario per vincere le gare"
5 agosto 2018

Le dichiarazioni di Valentino Rossi dopo il quarto posto a Brno.

 

Come ti senti dopo la gara di oggi?

«Mi dispiace, perché secondo me quest’anno sto guidando veramente bene, sono concentrato, sono in forma fisicamente e quindi è un peccato essere in ritardo tecnicamente, perché si potrebbe lottare per vincere. Questa però è la situazione. Non manca tanto, manca poco, ma manca poco costantemente, e sono dei problemi che io già conoscevo. Oggi è stata una gara molto interessante, perché ho potuto seguire Dovizioso, Lorenzo, Márquez, Crutchlow. Nella prima parte di gara ero molto veloce, il problema è che quando comincia a scivolare facciamo fatica in accelerazione, a mettere giù la potenza, e da lì iniziamo a perdere un pelino in tutte le curve. Dopo le prove sapevo che sarebbe stato molto difficile fare il podio, perché le due Ducati e Márquez erano più veloci. Alla fine la gara è stata bella perché sono stato sempre lì, però ci manca quel pelo...».

 

Quelle tre o quattro tornate dove ti sei messo in testa, l’hai fatto per provare ad allontanarti oppure per l’ebrezza di essere primo?

«Un po' tutti e due. Si, sono stato un po' davanti ed è sempre bello, quest’anno non ho fatto tanti giri in testa. Mi sembrava che Dovizioso stesse controllando, però ad un certo punto ha fatto 57"5 o 57"6 e durante la gara di solito cerchi di essere sempre molto ottimista, e ho immaginato che fosse in difficoltà con la gomma davanti. Ho pensato: “provo a vedere se riesco ad andare avanti io facendo 56 "alto” ma comunque stava controllando. Loro alla fine hanno fatto 56"8 - 56"7 che io non sarei riuscito a fare».

 

Mi sembra che la situazione sia abbastanza critica in Yamaha, tieni tu in piedi la baracca in qualche maniera?

«E’ un peccato essere in un momento così buono di forma e anche buono col mio team, perché lavoriamo bene. Ho la moto che va un po' più piano delle altre, altrimenti avremmo tutto il necessario per provare a vincere le gare. Purtroppo dura da tanto questa situazione, è da 20 gare che non vinciamo. Io sto facendo il massimo, ma non basta».

 

Domani proverai qualcosa che può dare una svolta?

«Purtroppo no, mi aspettavo di avere qualcosa in più, ma non è ancora pronto. Però qualcosina c’è, piccoli dettagli. Dovremmo cercare di fare un bel lavoro, speriamo di trovare qualcosa anche di piccolo per migliorare l’accelerazione, perché la settimana prossima c’è la gara in Austria e secondo me è la pista peggiore per le Yamaha, quindi soffriremo ancora di più. Magari se miglioriamo un po' riusciamo a stare attaccati agli altri, come oggi».

 

Sei l’unico della Yamaha, a livello di piloti che va, ma non puoi fare tutto tu.

«Io penso che Viñales sia un pilota molto forte, ma è arrivato in una situazione che lui non si aspettava: lui pensava di arrivare alla Yamaha e di vincere dei mondiali, delle gare, avendo una moto molto competitiva. Invece ora è meno competitiva della Honda e della Ducati, e fai fatica. Devi stare tranquillo, l’esperienza un po' ti aiuta, ma non hai le stesse motivazioni di quando ti svegli la mattina e pensi di poter vincere. Ci devono dare una moto che va un po' di più, perché se così fosse anche Viñales tornerebbe a vincere».

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