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Vale soddisfatto. Felice della gara e soprattutto della concretezza della sua Yamaha. Un podio meritato e un risultato che mette a tacere chi aveva criticato la sua decisione di rinnovare il contratto fino al 2020.
A chi hai dimostrato che il tuo rinnovo ha un senso?
«Non mi interessano più queste cose. Dieci anni fa ci stavo dietro, adesso l’importante per me è quello che succede in pista. Io so di poter andare forte: il problema con avversari più giovani è la condizione fisica. Però so che se mi alleno forte, molto più di quello che mi allenavo dieci anni, fa posso essere veloce fino alla fine. Sento tante cose quando guido la moto e di solito sono quelle giuste e se le metto a posto possiamo essere davanti. Naturalmente è difficile batterli (i piloti più giovani, NDA), ma vedo che riesco ad adattarmi agli stili di guida che cambiano perché capisco come fare e quando salgo sulla moto ce la faccio. Credo che questo dipenda dal talento.
Le gare così sono fighissime, mi diverto da matti. C’è mancato un po’ per lottare per la vittoria, ma è una buona partenza per il campionato. L’anno scorso sono salito sul podio, ma quando sono passato sotto al traguardo mi sono detto: "boh…". Invece quest’anno me lo aspettavo, sapevo che potevo andare bene. C’è anche da dire che l’anno scorso Ducati e Honda erano più in difficoltà, invece da metà dell’anno scorso vanno veramente forte, quindi vuol dire che anche noi siamo migliorati».
Quindi?
«Il primo obiettivo di quest’anno è non fare gare di merda come l’anno scorso e secondo me questa moto ci aiuterà, perché si guida meglio. Secondo me siamo un po’ più indietro (rispetto agli altri, NDA) ma possiamo cercare di essere più competitivi sempre. L’anno scorso siamo stati forti le prime tre gare perché gli altri erano più in difficoltà, quest’anno se vogliamo salire sul podio dobbiamo guadagnarcela di più perché Ducati e Honda vanno più forte rispetto al 2017. Con questa moto qui ho fatto fatica solo in Thailandia, ma avevamo tante cose da provare».