MotoGP 2018. Rossi: "Nuovo assetto, pare funzionare"

MotoGP 2018. Rossi: "Nuovo assetto, pare funzionare"
Valentino non si sbilancia, ma le libere sono state incoraggianti: “Dopo l’Australia abbiamo studiato tutti i dati, abbiamo modificato il set up per far lavorare meglio la gomma posteriore. Ma è troppo presto per dire che saremo competitivi anche domenica”
2 novembre 2018

SEPANG – L’inizio è incoraggiante: Valentino Rossi è moderatamente soddisfatto.


«C’è una grande differenza rispetto all’Australia, per il clima, ma anche perché dopo Phillip Island abbiamo studiato i dati, abbiamo provato un nuovo assetto: le prime posizioni sono state abbastanza positive, riesco a guidare bene, avere un buon grip. E’ un buon inizio. Vediamo che tempo ci sarà, perché qui può piovere da un momento all’altro (dopo che ha parlato Rossi, sul circuito di Sepang ha piovuto fortissimo per una ventina di minuti buoni… NDA) e quindi bisogna essere competitivi anche sull’acqua. Inoltre, bisogna scegliere bene le gomme, come al solito è tutto aperto: in tanti oggi hanno girato con la soffice e sembra che possa tenere tutta la gara. Però oggi è solo venerdì, è presto per dire che domenica saremo veloci. Abbiamo lavorato in una maniera differente per far lavorare meglio il posteriore. E’ un qualcosa di setting, non c’è nessuna novità, la moto è la stessa dell’Australia, ma sia io sia Vinales siamo andati bene: vediamo i prossimi giorni».

 

Avete spinto subito forte?

«Sì, perché nessuno si aspettava che questa mattina fosse asciutto. Poi anche nel pomeriggio abbiamo spinto, anche se era più difficile perché era molto caldo. Anche per la gara sarà dura perché la fatica si fa sentire. Bisogna vedere quanto piove e quando, anche se quest’anno sembra che l’asfalto si asciughi meglio rispetto al 2017: questo è molto importante».

 

Cosa pensi della Suzuki?

«Da Aragon è sempre stata nei primi cinque con entrambi i piloti. Sembra che la moto vada molto bene e sia Rins sia Iannone vanno molto forte».

 

Si fa più fatica qui o in Thailandia?

«Secondo me qui. Non so qual è la differenza di temperatura, ma qui non c’è ossigeno nell’aria, non recuperi quando respiri. Inoltre, questo circuito è più difficile di quello della Thailandia».

 

Si fa qualcosa per combattere il caldo?

«Sì, bagni di ghiaccio e altre cose come alla Otto Ore di Suzuka, ma il caldo lo senti lo stesso…».

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