MotoGP 2018. Rossi: "Yamaha troppo conservativa"

MotoGP 2018. Rossi: "Yamaha troppo conservativa"
Valentino Rossi: "I nostri giapponesi hanno creduto nell'ideale della centralina per livellare i valori, mentre Honda e Ducati sono stati più aggressive. Adesso, però, si è mosso qualcosa: ci manca da fare l'ultimo passo per essere più competitivi"
2 agosto 2018

Valentino Rossi appare positivo per la gara di Brno e parla dei cambiamenti nel box Yamaha. 

 

Cosa ti aspetti da questo GP e da questa seconda metà di campionato?

«Nelle ultime gare sono andato sempre abbastanza forte e soprattutto la gara del Sachsenring è stata positiva perché sono stato veloce e ho fatto il mio miglior risultato di stagione però bisognerebbe cercare di diventare più competitivi, migliorare quell’ultimo pezzettino che ci manca per lottare per la vittoria. Dobbiamo lavorare bene durante il weekend, andare veloce la domenica e l’obiettivo è di salire sul podio. L’anno scorso è stato un bel weekend, ho fatto secondo tempo dietro a Marquez di un decimo, poi purtroppo in gara c’è stato il flag to flag, ho fatto un giro in più e ho perso il podio. Mi piacerebbe salirci quest’anno»

 

E’ da inizio anno che dici che servirebbe sempre qualcosa, te lo sentiremo dire fino a Valencia?

«Speriamo di no, fortunatamente nell’ultimo periodo si è mosso qualcosa però ci vuole un po' di tempo e comunque quest’anno stiamo andando piuttosto bene perché siamo secondi e terzi in campionato e secondo me il grande peccato in questo momento per me, per Vinales e per la Yamaha è che non vinciamo da un sacco di gare. Per fare quell’ultimo step sono abbastanza sicuro di quello che ci manca però per poi farlo ci vuole un po' di tempo. Cerchiamo di vedere gara per gara e di essere nella seconda metà della stagione sempre competitivi per il podio».

 

È una pressione che si sente in squadra il non vincere ormai da 19 gare? A te pesa?

«Io sono qui e continuo a correre per cercare di vincere. Quando vinco la gara dopo vorrei vincere di nuovo e più tempo passa peggio è ma non è un grande problema. Nella squadra non si sente, tutti lavorano forte e abbiamo fatto delle belle gare quest’anno quindi ci manca quel pelo».

 

Ma l’arrabbiatura è la stessa di quando eri ragazzo e non vincevi? O è cambiato qualcosa in questi anni?

«E’ molto simile però adesso sono più fortunato perché quando ero giovane e facevo terzo ero disperato, invece ora sono abbastanza contento. La voglia di vincere però è quella. Bisogna dare sempre il massimo e nella prima metà non ce l’abbiamo fatta, vediamo nella seconda metà del campionato».

 

Cosa ha sbagliato la Yamaha?

«Secondo me ha sbagliato nell’approccio alla nuova centralina perché la nuova centralina unica è stata fatta dagli organizzatori del campionato per cercare di diminuire l’elettronica, per cercare di diminuire il gap fra le moto ufficiali e non ufficiali ma soprattutto per avere delle gare più belle, meno perfette. La Yamaha ci ha creduto, ha detto “ok è giusto” e invece gli altri non ci hanno creduto, hanno trovato il modo di far funzionare questa come quella libera».

 

Adesso cambia nel 2019, sarà un bene per il prossimo anno ma è un limite per voi per il 2018?

«Quello che cambia è che le regole del 2019 saranno più restrittive per cercare di usare meno la centralina però spero di no, non penso che cambierà tanto. Io ho visto nella mia carriera che con le cose elettroniche è solo una questione di tempo. Metti dei limiti che durano dei mesi e poi in qualche modo si ritorna al punto di prima se non meglio».

 

La Yamaha anche quando ha fatto il passaggio da 500 a MotoGP credette al discorso di fare una moto semplice…

«La prima moto era una 900. Secondo me Honda e Ducati hanno un approccio po' più aggressivo. La Yamaha invece è sempre tranquilla, in MotoGP fai la 900 quando puoi fare la 1000. Su questo dobbiamo cercare di spronarli».

 

Prima quando dicevi che qualcosa è cambiato, cosa intendevi? Sono entrati personaggi nuovi in Yamaha a livello di elettronici?

«Io parlo di questa cosa da agosto dell’anno scorso, dalla gara dell’Austria e fino a maggio non si è mosso nulla ora invece sono d’accordo con me, c’è dell’altra gente che lavora e soprattutto stanno lavorando a quello».

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