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ALCAÑIZ - Il 200° GP va in archivio con l’ennesima vittoria, la 78ª della sua carriera, 52ª in MotoGP. Un trionfo assoluto, una gara dominata fin dal primo giro delle FP1.
Marc Marquez non si scompone davanti a certi numeri, sembra non stupirsi più di tanto, ma è chiaro che sta segnando un’era in maniera indelebile.
"Il titolo giusto per questo successo? Fuga per la vittoria", risponde al microfono di Sandro Donato Grosso a SKY TV.
"La strategia era chiara: provare a spingere subito fortissimo nei primi tre giri, prendere margine e gestire la gara fino alla fine. L’obiettivo principale era mantenere la concentrazione, non stressare le gomme, con ben in testa quanto accaduto ad Austin (cadde mentre era ampiamente al comando, n.d.r.) e mantenere un buon vantaggio. Tutto è andato bene, questo è un GP iniziato nel migliore dei modi fin dalle FP1: solitamente, quando faccio certi tempi il venerdì, li ripeto anche in gara".
Si pensava che le Yamaha potessero essere messe meglio, invece al secondo posto è arrivato ancora una volta Dovizioso.
"Lui non molla mai. Dal 2017, da quando non lo avevo messo tra i favoriti, ho imparato che lui in gara c’è sempre, che è il più costante tra i miei avversari".
Dove sei migliorato rispetto all’anno scorso?
"Già nel 2018 ero stato consistente, ma quest’anno lo sono ancora di più: credo che la differenza più grande sia la maggior potenza del motore. C’è voluto un po’ per trovare il giusto assetto, ma adesso siamo messi bene, abbiamo perfettamente sotto controllo punti forti e deboli. Adesso l’importante è finire bene la stagione".
Vai in Thailandia per vincere il mondiale?
"Sì", risponde di getto. Poi aggiunge: "L’obiettivo è sempre quello di salire sul podio, se poi ci sarà la possibilità di vincere ci proverò. In Thailandia avrò il primo 'match ball': l’anno scorso avevo vinto in volata battendo Dovizioso all’ultima curva, ma quest’anno il mio motore è più potente… Vediamo come saranno gli equilibri su quella pista, ma ci proveremo".