MotoGP 2019 ad Assen, Andrea Dovizioso: "Continuiamo a comportarci da persone intelligenti"

MotoGP 2019 ad Assen, Andrea Dovizioso: "Continuiamo a comportarci da persone intelligenti"
Dovizioso risponde al compagno di squadra: "Stiamo solo attenti a non darci delle sportellate: va bene così". E sulla Ducati: "Non è la moto migliore"
30 giugno 2019

ASSEN - Non c’è pace per Andrea Dovizioso, prima, durante e dopo la gara. Prima e durante per le difficoltà di guida con la sua Ducati, dopo per il distacco in classifica da Marquez (44 punti, ormai pesantissimo) e per le dichiarazioni di Danilo Petrucci, che parla poco prima di lui. In sintesi, Danilo afferma (l’intervista completa la trovate su moto.it): “Nell’ultimo giro, non ho potuto attaccare Andrea come avrei voluto”. Dovizioso risponde con calma a tutte le domande, perdendo solo un attimo la pazienza.

“L’anno scorso era andata meglio, ma questa è stata una gara diversa, molto veloce: solo in tre sono rimasti là davanti. Nel 2018 non era stata una gara di velocità massima e quando è così si forma un gruppo e possono accadere tante cose”.

Non si poteva fare meglio di quarto?

“Assolutamente no: abbiamo preso 14 secondi. Qui si parla si posizione, ma quando il distacco è così elevato finisce il discorso: questa è la realtà. Si può sempre fare meglio, ma era abbastanza chiaro oggi il nostro potenziale, vedendo anche quello che hanno fatto tutte le Ducati. Petrucci ha fatto un’altra buona gara, ma eravamo lì e non potevamo fare di più”.

Tu e Petrucci così vicino significa che siete entrambi al limite della moto? Perché oggi vi superavate, ma poi stavate lì, sembrava quasi faceste melina…

“Da fuori sembrano certe cose, che però non sono vere. Quando tu hai una gomma che cala tanto, non puoi più fare percorrenza; quando per un sacco di giri devi usare la massima forza nel cambio di direzione, quella forza lì non ce l’hai più alla fine e non puoi più guidare come fai in prova. Così, da 1’34” basso, vai a girare in 1’34” alto; ma questa è una conseguenza di quello che accade in pista, non è melina o cosa. Alla fine potevo girare sotto l’1’35” e sono stato bravo a mettermi in quella posizione e non dare agli avversari la possibilità di attaccarmi all’ultimo giro, ma non ce n’era di più. C’è mancata velocità: punto”.

Danilo è sembrato molto frustrato per il rinnovo che non arriva; non solo, ha fatto capire che quasi non ti può stare davanti se no non gli rinnovano il contratto.

“Chi l’ha detto questo?”.

L’ha fatto capire lui.

“Secondo me questa è una considerazione vostra (dei giornalisti, NDA), non credo che sia la verità”.

Mettiamola così: lui ha detto che non può attaccarti come vorrebbe.

“Ci stiamo comportando in modo intelligente: come lui attacca me, io attacco lui. I sorpassi me li ha fatti a Le Mans, consecutivamente, come me li ha fatti oggi. Poi io gli rispondo. Non c’è bisogno di attaccare “sportellandosi”. Si può anche passare in un modo intelligente, ed è quello che stiamo facendo; se guardate quanti punti abbiamo fatto, siamo la squadra più forte, insieme intendo. Purtroppo in alcune gare non possiamo lottare là davanti”.

Lui però non capisce perché non gli abbiano ancora rinnovato il contratto.

“Mi sorprendo sinceramente di Danilo, dovrebbe conoscere la Ducati, che ha il suo metodo di lavorare. Io corro da tanti anni con loro: ogni volta che devi ottenere qualcosa devi capire la mentalità, devi andarci dietro. Non dico che sia giusto o sbagliato, semplicemente ognuno fa la propria tattica. Deve stare tranquillo, perché sta dimostrando di essere più forte dell’anno scorso, è migliorato su vari aspetti, è sempre là davanti, se non il primo, il secondo pilota Ducati. I due piloti che potevano prendere il suo posto, stanno facendo peggio: non vedo perché dovrebbe preoccuparsi”.

Dal punto di vista sportivo, Petrucci è il compagno di squadra che ti sta mettendo più in difficoltà?

“No. E’ forte, molto forte. Io sapevo che lui aveva potenziale, anche se non l’aveva dimostrato in una stagione intera. Adesso, lavorando su certi aspetti lo sta tirando fuori, ma non mi sta sorprendendo: a differenza della maggior parte della gente, sapevo che era forte. Ma ne ho avuti di compagni tosti”.

Intendevo in Ducati…

“E’ diverso: Lorenzo e Petrucci sono piloti con caratteristiche diverse, ma entrambi molto forti”.

Ma la Ducati è ancora la miglior moto in pista?

“Questo è quello che pensavano i giornalisti nel 2018: io non l’ho mai pensato”.

No, non solo i giornalisti, l’hanno pensato tutti…

“Perché non siete piloti. Io non l’ho mai detto e non l’ho mai pensato: abbiamo delle caratteristiche dove siamo più forti e altre che lo siamo meno degli avversari. Giudicare una moto più competitiva delle altre da fuori è abbastanza stupido ed è quello che piace ai giornalisti. Ma non funziona così e vi faccio anche un esempio: i piloti che sono nel motomondiale, ma che non hanno fatto esperienze diverse (non hanno corso con altre moto, NDA) non sanno giudicare, non possono farlo. Chi ha fatto esperienze con altre moto riesce a guardare con occhio differente le caratteristiche della propria e delle altre. Che la Ducati è la migliore è un’opinione che si sono fatti i giornalisti e gli avversari della Ducati - perché conviene sempre dire che le altre moto sono migliori della tua - e si è andati avanti tutto il 2018 e quest’anno, ma non vuol dire che sia peggio”.

Ma la Ducati, vedendo il distacco, è peggiorata rispetto al passato?

“No, non lo è, sono migliorati gli altri. Noi non abbiamo peggiorato la moto, è diverso. Io però non lo posso sapere, così come voi non potete sapere se la Ducati è la moto migliore. Nessuno ha la risposta”.

Il giornalista che ha fatto la domanda insiste: O siete voi o è la moto?

“Eravate voi a dire che la Ducati era la migliore”.

Adesso sono 44 i punti di distanza da Marquez.

“Sono tanti, ma erano tanti anche prima di questa gara. Come ho detto a Barcellona, i 44 punti sono un problema, ma non il principale: il motivo per cui siamo preoccupati è che non possiamo essere competitivi nella maggior parte delle piste. 44 punti nel nostro sport si possono annullare, ma dobbiamo migliorare sotto certi aspetti”.

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