MotoGP 2019 al Sachsenring. Rossi: "Una scossa? No, dobbiamo far funzionare le cose così"

MotoGP 2019 al Sachsenring. Rossi: "Una scossa? No, dobbiamo far funzionare le cose così"
Il Dottore va in vacanza dopo una prima parte di stagione deludente. Da quando è in MotoGP, mai Valentino aveva raccolto così pochi punti dopo le prime 9 gare del campionato
7 luglio 2019

SACHSENRING - Al termine del GP di Germania, Valentino Rossi chiude una deludente prima parte di stagione con un anonimo 8° posto. Da quando corre in MotoGP il 9 volte campione del mondo non aveva mai raccolto così pochi punti dopo le prime 9 gare della stagione: “Nemmeno quando ero in Ducati?”, chiede stupito Rossi al giornalista che gli propone la statistica negativa.

Al di là delle prestazioni, a pesare sono state soprattutto le tre cadute negli ultimi quattro appuntamenti (Mugello, Barcellona e Assen). E adesso tutti si domandano se il pilota di Tavullia sarà in grado di rialzarsi, all’età di 40 anni, al rientro dalla pausa estiva.

Valentino, in queste settimane tutti continuano a farti domande facendo riferimento alla tua età o alla tua carriera.

“Penso sia normale, vista la situazione. Anche io me lo chiedo, sempre. Anzi, lo facevo già dieci anni fa (ride). Oggi non solo sono il pilota più vecchio sulla griglia, ma rispetto al secondo più anziano ho 6-7 anni in più. Certo, i risultati, da cui tutto dipende, non mi aiutano ad andare avanti. Però certe cose le posso valutare solo io. Penso che mi sarà chiaro quando non avrò più voglia di correre. Vedete, già dieci anni fa mi sono domandato: mi ritiro da vincente oppure continuo a fare ciò che più mi piace? Non ho avuto dubbi e sono contentissimo di queste scelta. Lo scorso anno non ero molto più giovane di oggi, eppure proprio in queste ultime cinque gare ero salito sul podio quattro volte. Dodici mesi fa, al Sachsenring ero stato 20 secondi più veloce in gara: impossibile sia solo una questione di pilota”.

In pista oggi non riuscivi ad attaccare, sembrava ti mancasse il giusto feeling con l’avantreno della tua M1.

“Più in generale non mi trovo con questo setting, non riesco ad avere una buona uscita dalle curve. E senza velocità non puoi attaccare gli avversari. Oggi rispetto al gruppo che avevo davanti (Mir, Morbidelli e le Ducati ndr) facevo molta più fatica e per di più non c’erano punti di sorpasso. Anche la scelta degli pneumatici non ha pagato. I tecnici avevano previsto un calo attorno all’ottavo giro, sia delle soft che delle hard, ma così non è stato. Ho cercato di stare attaccato a loro nella speranza finissero le gomme e invece... le ho finite prima io. Se fossi partito con la hard, come avrei voluto, forse sarei andato meglio. Certo, non per vincere la gara”.

Secondo te potrebbe servire una scossa come avviene nel calcio quando si cambia un allenatore?

“No, l’obiettivo è far funzionare le cose così. Da quando sono con Silvano (Galbusera ndr) sono tornato competitivo. Abbiamo lottato per un mondiale fino all’ultima gara e sono arrivato secondo in campionato in un paio di altre occasioni”.

Oggi al Sachsenring c’è stato il debutto della MotoE: hai visto la corsa, cosa ne pensi?

“Ho guardato la gara, mi è piaciuta, forse un po’ troppo corta. La bandiera rossa ha tolto poi un po’ di gusto al finale. Comunque ci sono tanti piloti forti, con un nome e una storia. È strano vedere queste moto perchè non fanno alcun rumore”.

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