MotoGP 2019. Andrea Dovizioso: "Per il podio può succedere di tutto"

MotoGP 2019. Andrea Dovizioso: "Per il podio può succedere di tutto"
Il forlivese è soddisfatto del lavoro svolto nelle prove, ma in qualifica ha rimediato un 7° posto, alle spalle del compagno di marca Miller. Obiettivo? Il podio
24 agosto 2019

SILVERSTONE - Andrea Dovizioso è contento del lavoro svolto in mattinata in vista della gara, seppur oggi non sia andato oltre il 7° posto al termine delle qualifiche del GP del Regno Unito, superato anche dal compagno di marca Jack Miller (3°). Secondo il ducatista, però, i giochi per il podio sono comunque aperti, mentre per la vittoria Marc Marquez torna a essere il grande favorito.

Andrea, domani correrai per...?

"Domani si corre per il podio. Al monento, considerata la nostra velocità, quello è l'obiettivo. Però corriamo con le moto, può succedere di tutto".

Hai detto di aver modificato le linee qui a Silverstone, ma nel 2017 avevi vinto.

"Quest'anno la pista ha più grip, siamo più veloci. In passato c'erano delle buche, poca aderenza e spesso dovevamo vedercela anche col tipico 'meteo inglese'. Questo fine settimana sto affrontando la pista in modo diverso. In inserimento possiamo andare ovunque ed è quindi stato importante capire subito dove mettere le ruote per essere più rapidi".

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Per adattarti al circuito hai dovuto leggere le telemetrie degli avversari?

"Noi piloti andiamo sempre a vedere i dati dei colleghi, soprattutto quelli della stessa marca. È impossibile essere il più forte in tutte le curve di tutte le piste del mondiale. E se la comparazione è fatta bene, può essere un fattore determinante. Quando la moto è diversa i tempi degli intermedi non dicono più di tanto, mentre a parità di moto ha più senso fare un confronto".

Tutti in gara dovrebbero montare le stesse gomme, le dure al posteriore: un vantaggio per Marquez?

"No, Marc non fa la differenza quando tutti hanno le stesse mescole. Lui riesce a essere più veloce quando c'è poco grip in pista oppure quando si utilizzano gomme più dure, che quindi hanno un aderenza inferiore. In questi frangenti lui fa la differenza, grazie al suo stile di guida e, credo, alle caratteristiche della Honda".

Quella di domani potrebbe essere la corsa più aperta dell'anno per quanto riguarda il podio?

"Sì, ci sono almeno sei piloti che possono chiudere tra i primi tre: le Yamaha di Rossi, Vinales e Quartararo, la Suzuki di Rins, io e Marc. Ma possono inserirsi anche altri".

Jack Miller per esempio?

"Non lo so, Jack non sembra avere un buon passo, però dipende anche da cosa ha provato. Lui potrà trarre vantaggio dal partire in prima fila, attaccandosi ai primi. Come passo non sono male nemmeno Cal Crutchlow e Franco Morbidelli. Danilo Petrucci ha anche lui un buon ritmo, anche se in qualifica non è andato bene".

Sarà un Gran Premio di gruppo?

"Marc è quello che ne ha più di tutti. Dipenderà da lui, se farà una corsa di strategia oppure se andrà via. Poi ovviamente bisogna vedere gli altri, quelli che hanno una buona velocità sin dal primo giro. Valentino è per esempio messo meglio di altre gare, quindi farà di tutto per cercare di vincere".

Il problema che hai avuto al motore è lo stesso accusato dalla Ducati di Miller?

"Stanno controllando, non ne ho idea".

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