MotoGP 2019. Carmelo Ezpeleta vuole Zarco in pista nel 2020?

MotoGP 2019. Carmelo Ezpeleta vuole Zarco in pista nel 2020?
Mentre Lorenzo arriva a 34”215 e rilascia dichiarazioni sconcertanti ("Il martello è tornato, sono stato il pilota più costante"), Zarco è protagonista di una buona gara, conclusa con una caduta, ma non per colpa sua. E a fine GP ha ricevuto i complimenti del numero uno della Dorna...
3 novembre 2019

SEPANG - Te lo aspetti quanto meno deluso, se non proprio arrabbiato, invece Jorge Lorenzo sembra sereno, quasi soddisfatto. Ma a lasciare ancora più perplessi è la sua analisi. "Il martello è tornato: sono stato il pilota più costante in pista, quello con meno differenza tra il giro veloce e quello più lento", dice convinto.

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Certo, se vai piano, è più facile che i due estremi siano vicini: se il tuo giro più rapido (2’01”634 al 14esimo) è 1”973 più lento del migliore di giornata (1’59”661 di Rossi al terzo passaggio), è normale che ci sia meno differenza con il tuo crono più lento (2’02”388 al 19esimo). Non dovrebbe essere motivo di vanto, non bisognerebbe farlo notare. Invece, Lorenzo è convinto di quello che dice.

"Sono finito a 34 secondi dal vincitore: è il distacco più contenuto da quando sono tornato in pista dopo l’incidente di Assen. Gara dopo gara mi sento sempre meglio e credo che a Valencia potrò essere in una buona condizione fisica", afferma.

 

Effettivamente, fino al 13esimo giro, Lorenzo prendeva mediamente due secondi (è passato sul traguardo a 26”147 da Vinales), poi, negli ultimi sette giri è riuscito a ridurre un po’ la differenza, arrivando a 34”215, che divisi per i 20 giri fanno una media di 1”710 al giro. Sempre tanto, ma meno di due secondi al giro.

E’ chiaro che partire così indietro non aiuta il pilota della Honda, che però lascia quanto meno perplessi quando afferma che: "Dietro è difficile passare per la turbolenza che creano le appendici aerodinamiche delle altre moto, rendendo complicato controllare l’anteriore". Manco fossimo in F.1.

Ma Lorenzo non ha ancora finito di stupire. "Ho portato a casa due punti utili per il campionato delle squadre: a Valencia voglio aiutare la Honda a conquistare anche questo titolo", chiude tra la perplessità generale, anche perché davanti a lui sono caduti due piloti.

Zarco, gara positiva

Come se non bastasse, Johann Zarco è stato protagonista di una gara più che positiva, purtroppo conclusa al 17esimo giro con una caduta, causata da un sorpasso troppo aggressivo di Joan Mir. In quel momento, il francese era nono a 14”341 dalla vetta (quindi quasi 16 secondi davanti a Lorenzo), in lotta con Miller, solo 0”4 davanti a lui.

 

Il contatto ha impedito a Zarco di ottenere un buon risultato, ma la sua gara rimane positiva. Sono il primo a dire che le loro prestazioni non sono paragonabili - troppo grande la differenza di motivazioni -, ma alla seconda gara con la Honda (2018) è già stato capace di andare direttamente in Q2, di conquistare il nono posto in qualifica e di essere di gran lunga più veloce del cinque volte campione del mondo.

"Sono contento dei miei progressi, credo che questa moto abbia il potenziale per stare nei cinque", sono le parole del pilota del team di Lucio Cecchinello.

Ezpeleta lavora per il suo futuro?

In molti scommettono che Zarco sarà su una Honda anche nella prossima stagione e ha colpito come a fine gara Johann abbia ricevuto una lunga visita di Carmelo Ezpeleta. Secondo i colleghi francesi, Zarco ha l’appoggio dell’organizzatore del GP di Francia e di altri personaggi importanti, che stanno spingendo forte perché Johann sia al via nel 2020.

Del resto, così non è pensabile andare avanti, come dice apertamente Cal Crutchlow: "La situazione è brutta per lui, per la Honda, per tutti. Sinceramente spero che si possa migliorare, ma io credo che Lorenzo non possa guidare questa moto. E lo avevo detto anche prima che salisse sulla RC213V… Purtroppo è la verità. Onestamente, però, spero proprio che la situazione migliori per lui, per la Honda e per tutti", dice con la solita schiettezza.

Inoltre, alla Honda cominciano a essere convinti che Jorge faccia apposta ad andare piano, increduli di fronte a distacchi così elevati. A Valencia sapremo.

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