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MONTMELO’ - Non sempre la classifica di Andrea Dovizioso corrisponde al suo umore: questa volta, però, il Dovi sembra soddisfatto del suo secondo posto.
“Qui le condizioni sono sempre difficili e oggi c’era particolarmente poco grip (lo hanno detto tutti i piloti, NDA) sia nelle FP1 sia nelle FP2. Considerando questo aspetto, sono molto contento per come siamo partiti: non siamo più veloci di altri, ma era importante essere subito competitivi. Naturalmente non basta in funzione della gara, c’è ancora tanto lavoro da fare, anche sulle gomme, perché qui sembra che le tre mescole possano fare il GP, sia all’anteriore sia al posteriore. Questa non è una pista facile ed è anche più ondulata rispetto al 2018; in ogni caso, siamo partiti meglio rispetto al Mugello”.
Anche qui, tu e Petrucci vi siete dati una mano.
“Lavoriamo insieme da novembre e non ci saranno cambiamenti. Insieme possiamo lavorare meglio soprattutto a casa e questo ha conseguenze positive sul fine settimana di gara: Petrucci è un pilota talentuoso, va forte nel cross, come nel flat track. Allenarsi con lui ti dà dei vantaggi, spingi sempre al limite: è chiaro che comporta dei rischi, ma ti prepari meglio. In pista, ognuno parte con la sua velocità: a volte io sono più rapido, altre lo è lui: aiutarci significa parlare a fine turno, oppure entrare in pista insieme per capire certi aspetti. Lavori sui dettagli e nella MotoGP di oggi è tanta roba: è questo che dobbiamo fare”.
Marquez oggi ha cambiato un po’ di strategia; qual è la tua valutazione?
“Marc non è mai facile da interpretare e non so se ha cambiato gomma per scelta o perché è stato obbligato a farlo. Ma Marquez sarà sicuramente competitivo domenica”.
Anche oggi ha fatto dei giri dietro a te e Petrucci: che effetto fa essere studiato da lui?
“Spesso non è programmato, semplicemente ci troviamo lungo la pista. Credo sia successo così anche oggi, perché io e Petrucci abbiamo ritardato l’entrata in pista per stare insieme, ma lui non lo poteva sapere e si è ritrovato dietro di noi”.
Rispetto al 2018, per regolamento, non si può più provare sulle piste dove si correrà dopo un paio di settimane; è un limite soprattutto per la Ducati?
“Non più di tanto. E’ vero però che, spesso, vengono cambiati i regolamenti per limitare alcune scelte alle quali la Ducati arriva prima degli altri. Non c’è altro motivo”.
La soluzione adottata da Lorenzo sulla Honda è simile a quella che aveva già in Ducati?
“Ancora più estrema”.