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JEREZ - Il traguardo dei 200 GP disputati lo lascia indifferente; Andrea Dovizioso, giustamente è ben più soddisfatto di come ci è arrivato, dei risultati conquistati in questi ultimi anni. Adesso, però, c’è il “tabù” di Jerez da sfatare: qui il Dovi non ha mai conquistato il podio in MotoGP. E’, deve essere, l’obiettivo per domenica.
«Sicuramente partiamo con l’obiettivo di salire sul podio: abbiamo la possibilità per riuscirci, ma non si possono fare previsioni prima di scendere in pista, perché il nuovo asfalto potrebbe cambiare completamente la situazione, modificare i valori. Bisogna vedere se il cambiamento è positivo o negativo per noi: in questo momento è inutile fare troppi ragionamenti. Sicuramente arriviamo qui con una buona competitività, ma ci sono avversari più competitivi di quanto lo fossero l’anno scorso».
Perché la Ducati qui non vince dal 2006 (Capirossi)?
«Primo perché la potenza al 100% non si usa mai e la potenza è uno dei nostri vantaggi. Inoltre questa è una pista molto stretta e l’agilità non è il nostro punto di forza. Infine, nonostante sia una pista lenta e stretta, ci sono 4-5 curve molto scorrevoli, dove noi non brilliamo particolarmente. Però l’anno scorso avevamo fatto un buon passo in avanti: mi aspetto di essere veloce».
200 GP: cosa ti dicono?
«Non mi dicono più di tanto, ma guardandolo dal punto di vista della competitività che abbiamo adesso mi dicono tanto, sono numeri abbastanza importanti. Certo, se guardi i suoi (indica Valentino Rossi seduto alle sue spalle, NDA) non sono niente, ma arrivarci con questa competitività è un 200esimo GP importante. La presenza conta poco».