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SACHSENRING - Sembra sereno: a guardarlo in faccia, pare un Andrea Dovizioso più tranquillo (e determinato) rispetto a una settimana fa. L’analisi, ovviamente, parte dalle caratteristiche della pista tedesca, sulla carta poco adatta alla Ducati.
“E’ chiaro che qui è fondamentale far girare la moto, ma nel 2018 non eravamo così lontani: Petrucci finì quarto, con le altre Ducati in un secondo. Credo che non sia impossibile salire sul podio: quello è il mio obiettivo, su una pista dove anche io ho sempre faticato. Riuscire a centrarlo sarebbe fondamentale per la mia crescita: sono molto determinato”.
Qual è l’aspetto fondamentale per essere veloci qui?
“Questo è un circuito 'aggressivo' e lento, nel quale si sta a lungo nella stessa posizione: se non sei rilassato a guidare, perdi parecchio. Ed è quello che mi era accaduto l’anno scorso: per cercare di essere competitivo fin da venerdì, ho sprecato troppe energie e a fine gara ho dovuto rallentare”.
Per recuperare punti su Marquez, bisogna provare a essere più aggressivi?
“Ad Assen, in molti hanno pensato che io non ci abbia provato, che non sia stato abbastanza aggressivo, ma non è così. La verità è che se non hai la velocità, non puoi essere aggressivo, non puoi far niente per compensare un ritmo più lento di 0”3-0”4. Fare strategia, non significa non spingere al 100%, ma solo sfruttare al meglio quello che hai a disposizione: se non sei dolce nella guida, non puoi essere efficace per tutta la gara”.
Quale è stato sul problema principale in Olanda?
“Si è visto bene anche dalle immagini televisive: facevamo troppa fatica a centro curva in una gara veloce dal primo all’ultimo giro, dove i primi tre hanno fatto selezione. Non ci sono stati altri motivi: il nostro problema è sempre quello di far girare la moto”.
Ducati ha rinnovato il contratto a Petrucci: cosa ne pensi?
“Sono molto contento e non è sicuramente una sorpresa: Danilo è cresciuto molto quest’anno, non tanto come velocità, perché era già veloce in passato, ma nella gestione di tutto il fine settimana e della gara. E’ terzo in campionato, non vedo chi avrebbe potuto prendere il suo posto: mi fa piacere ed è bello che possiamo continuare ad allenarci assieme”.
Dopo quanto accaduto ad Assen vi siete parlati, c’è stata un po’ di tensione tra di voi?
“Nessuna tensione. Lui era molto teso, non era sereno, noi non potevamo essere contenti del risultato. Ma la sua frustrazione non era nei miei confronti. In questi giorni ci siamo visti per allenarci e anche perché c’è un rapporto fuori dalla pista: ieri sera eravamo a cena insieme con gli amici. Abbiamo fatto due chiacchiere in tutta serenità, come è normale che sia. E’ importante che sia stata chiarita la sua posizione in Ducati: è il pilota che più si merita quel posto”.
Siete amici, d’accordo, ma Danilo è terzo in campionato. Come si gestisce questa situazione?
“Esattamente come abbiamo fatto dall’inizio della stagione: lavoriamo insieme a casa e lo facciamo anche in pista per migliorare la moto e avere entrambi benefici, ma ognuno fa la sua gara. Se ne ha di più, lui sta davanti come è sempre stato, senza ordini di scuderia. Cerchiamo solo di essere intelligenti a gestire certi sorpassi e le situazioni più delicate. Tutto qui”.