MotoGP 2019. Dovizioso: “Più preoccupato dalle FP3 che dalla gara"

MotoGP 2019. Dovizioso: “Più preoccupato dalle FP3 che dalla gara"
Dopo test molto complicati, Andrea continua a rincorrere, ma intravede un po’ di luce in fondo al tunnel: “Abbiamo migliorato tanto, progredendo nei due turni: significa che io e la squadra abbiamo lavorato bene. Sul passo non siamo messi così male”
13 settembre 2019

MISANO ADRIATICO - La classifica dice che la Ducati è in grande difficoltà, ma Andrea Dovizioso mantiene la calma. Non solo: è moderatamente ottimista. O meglio: non è così pessimista.

«Posso guidare bene, non ho nessun problema dopo la caduta a Silverstone. Sono contento perché nei due turni di prove il mio feeling è migliorato tanto, abbiamo fatto dei passi in avanti rispetto ai test. Come passo non siamo lontanissimi e con una temperatura più fresca andiamo un po’ meglio. Tutte le Yamaha sono forti, Marquez e Rins sono competitivi e non hanno montato la gomma nuova, ma noi non siamo troppo lontani».

Perché faticate così tanto dove l’anno scorso avevate vinto?
«Con poco grip è facile perdere l’anteriore, la nostra moto lavora in un certo modo, gli avversari sono cresciuti. Ma siamo lavorando nella maniera giusta. Dopo i test ero parecchio preoccupato, ma abbiamo imparato a non dare troppa importanza al risultato delle prove libere, siamo arrivati qui tutti abbastanza sereni. Oggi era importante fare un passo in avanti e l’abbiamo fatto: non basta, ma sono molto contento di ciò che abbiamo fatto. Dentro al box si è lavorato bene, è la conferma di quanto bene ci conosciamo io e il mio gruppo».

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Sarà però fondamentale fare una buona qualifica...
«Sì, in questo momento mi preoccupano più le FP3 della gara. Sarà difficile stare nei dieci, andare direttamente in Q2, perché quando non hai completamente in mano la moto, diventa complicato sfruttare i vantaggi della gomma soffice nuova. Per noi in Ducati i problemi sono sempre gli stessi, poi molto dipende dal lavoro del pilota e della squadra su quale direzione prendere, non è detto che per essere competitivi sia necessario fare tutti la stessa cosa».

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