Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Dopo tre GP, il motomondiale arriva in Europa, a Jerez de la Frontera, dove si corre per il 33° anno consecutivo: solo ad Assen il mondiale fa tappa da più tempo. Una volta si diceva che si iniziava con la prima gara nel vecchio continente, ma non è più così, anche se, effettivamente, con la maggiore conoscenza delle piste, diminuiscono le variabili che possono incidere sul risultato finale. Si arriva a Jerez con due italiani - Andrea Dovizioso e Valentino Rossi - davanti a tutti in classifica generale: non accadeva dal 2015, quando, proprio dopo il GP di Spagna, Rossi era primo davanti a Dovizioso.
Ecco quali sono i temi principali di questo GP di Spagna, quarto appuntamento del 2019.
RIVINCITA HONDA (E DI MÁRQUEZ)
Ad Austin doveva essere un trionfo, invece è stato un disastro per la Honda: Márquez e Crutchlow caduti, Lorenzo costretto al ritiro per problemi tecnici. Negli ultimi due GP sono stati tre gli inconvenienti meccanici: per la HRC è peggio che arrivare ultimi! Dopo Austin, le moto sono state spedite in Giappone - e non direttamente in Europa, come avviene di solito - e pare sia stato individuato un problema alla centralina, oltre a quello della catena, pure questo risolto. A Jerez ci si aspetta quindi una rivincita immediata, così come una gran gara da Marc Márquez, dopo l’errore americano.
LA PISTA DI LORENZO
Dopo un avvio particolarmente difficile, Jorge Lorenzo arriva su una delle sue piste preferite in grandissima forma fisica: in queste settimane, Jorge ha postato sui social un sacco di foto e di dati mentre si allena, con numeri da riferimento. A Jerez, Lorenzo, che sabato festeggerà il suo 32° compleanno, ha conquistato il podio in MotoGP sette volte, comprese tre vittorie (2010, 2011 e 2015); nel 2017 ha ottenuto il suo primo podio con la Ducati (terzo dietro a Pedrosa e Márquez), dopo essersi piazzato 11° in Qatar ed essere caduto in Argentina, e 9° ad Austin. Insomma: allora, come oggi, lo spagnolo sembrava in grandissima difficoltà, ma si era ripreso alla grande: ci si aspetta che lo faccia anche questa volta.
DUCATI, HONDA, SUZUKI: MANCA LA YAMAHA…
Nei primi tre GP hanno vinto tre piloti e tre marche differenti: non accadeva dal 2008, quando ad imporsi furono Casey Stoner con la Ducati, Dani Pedrosa con la Honda e Jorge Lorenzo con la Yamaha. Allora a vincere la quarta gara fu un quarto pilota - Valentino Rossi - ma sempre con una Yamaha: Valentino può diventare il quarto vincitore differente con una quarta moto? Gli ultimi anni sembrerebbero escludere questa possibilità, con le due Yamaha in grandissima difficoltà con entrambi i piloti. Ecco quindi che la pista di Jerez diventa una prova interessante per capire i reali miglioramenti della M1: questo è sicuramente uno dei temi del GP.
DOVIZIOSO PUNTA AL PODIO
In MotoGP, Andrea Dovizioso non è mai salito sul podio a Jerez, ottenendo un quinto posto come miglior risultato (2012, 2014 e 2017). L’anno scorso, mentre stava lottando per il podio, fu coinvolto senza colpe nella caduta di Lorenzo e Pedrosa: considerando che la DesmosediciGP19 è più competitiva di quanto lo fosse a Jerez nel 2018, il podio può essere un risultato alla sua portata.
RINS IN UNA NUOVA SITUAZIONE
Dopo aver conquistato il suo primo GP in MotoGP, Alex Rins affronta adesso una nuova situazione: non è più una sorpresa, ma un pilota considerato in grado di giocarsela in ogni gara, con una moto con una base ottima. Cambia la pressione, cambia il modo nel quale vieni considerato dagli avversari: sembra poca cosa, invece è molto differente. Un tema interessante da verificare a Jerez.
PETRUCCI DEVE CAMBIARE PASSO
Dopo tre sesti posti consecutivi, Danilo Petrucci deve cambiare passo, considerando anche il podio conquistato da Jack Miller ad Austin. Danilo può, e deve fare di più: è sotto osservazione.
NUOVO ASFALTO E UNA GOMMA IN PIU’
La pista di Jerez è stata completamente riasfaltata: è sempre un’incognita da tenere in considerazione. Bisogna vedere come sono cambiati grip, ondulazioni, eventuale impermeabilità. Una situazione nuova che preoccupa un po’ anche la Michelin che, non a caso, porta a Jerez 4 tipi di gomme anteriori e posteriori (invece delle solite tre).