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Alla presentazione del Team Honda Repsol MotoGP di oggi, a Madrid, abbiamo intervistato il campione del mondo in carica.
Marc, come stai fisicamente?
«Purtroppo non sono ancora al 100%, l’operazione è stata più difficile del previsto, i tempi di recupero si sono allungati parecchio: sono assistito 24 ore su 24 dal mio preparatore, faccio fisioterapia tutti i giorni, ma per i test in Malesia non sarò ancora al meglio delle condizioni. Spero di essere pronto per la prima gara: l’obiettivo è essere vicino al 100% per il Qatar. Ho avuto anche tanto dolore, e so già che dovrò soffrire a Sepang, una pista molto critica sotto questo aspetto. Ma con Lorenzo infortunato, non posso certo tirarmi indietro…. Ogni giorno mi sento meglio, non so come starò a Sepang, bisognerà stare un po’ attenti, non prendere troppi rischi. Faccio 5 ore al giorno di allenamento, ho dovuto sacrificare famiglia e amici, è stata dura anche psicologicamente.
Ma adesso va molto meglio».
Ci sono similitudini con il 2014, quando dovesti saltare i test invernali?
«Effettivamente allora ebbi dei problemi, poi fu la mia miglior stagione in MotoGP (quella delle dieci vittorie consecutive, nda). Ma la situazione è differente: allora mi feci male nei primi test, mentre adesso sono stato fermo tutto l’inverno. In questo momento, come è normale che sia, non ho forza: il corpo è uguale per tutti, ha i suoi tempi di recupero. Bisogna partire con calma».
Lorenzo si è fatto male allenandosi: è normale?
«Sì, è ovvio che un pilota vada in moto, e dato che ti alleni molto di più di quanto corri in pista, percentualmente è più facile farsi male in allenamento. Fa parte del nostro lavoro, devi guidare la moto: fosse per me lo farei tutti i giorni. è chiaro che bisogna cercare di gestire i rischi, ma non si possono evitare».
Tu e Lorenzo avrete due stili di guida molto differenti: sarà un problema per la Honda accontentare entrambi?
«Non credo proprio. Anche Pedrosa aveva uno stile molto differente dal mio, ma per Honda non è stato un problema seguire entrambi e non lo sarà nemmeno adesso. Anche perché poi, quando si va veloci, i piloti chiedono più o meno le stesse cose».
Come sarà il rapporto con Lorenzo?
«Lui è un professionista e ha una grande esperienza. Naturalmente cercherò di rendergli la vita il più difficile possibile in pista, ma sempre con rispetto tra di noi».
E’ giusto mettere due “galli” in un “pollaio”?
«Qui sei nella miglior squadra del mondo, è normale che la Honda voglia vincere con due piloti. Si sa che il primo rivale è il compagno di squadra: io credo che ci miglioreremo uno con l’altro, che ci stimoleremo a vicenda per essere sempre più competitivi».
Quindi non ci saranno problemi tra di voi?
«Credo abbia ragione Lorenzo quando dice che si sta esagerando troppo la nostra rivalità. C’era anche con Dani, nel 2013 e nel 2014 abbiamo anche avuto qualche problema, ma poi tutto si risolse. L’importante è che rimanga tutto dentro al box: sicuramente potrà esserci qualche tensione, come c’è stata, per esempio, dopo Aragón. Ma è bastato parlarci per telefono per chiarire tutto».
Dove va migliorata la Honda?
«C’è sempre da migliorare, noi cerchiamo di essere più efficaci in accelerazione e in uscita di curva. Però, finché non ti confronti con gli avversari non sai mai come sei messo, a che livello sei arrivato».
Rimarrai in Honda a vita?
«Non si può mai sapere cosa accadrà nel futuro: per il momento posso solo dire che sto benissimo qui, che questa continua a essere la squadra dove ho sempre sognato di essere».
Lorenzo sarà uno dei tuoi rivali in campionato, o pensi più a Dovizioso, o ad altri?
«Sicuramente Lorenzo sarà uno dei rivali al titolo, così come lo saranno Dovizioso, le due Yamaha e, forse, anche la Suzuki con Mir. Si parte tutti alla pari, poi si vedrà».
Cosa ti mancherà di Pedrosa?
«Pedrosa mancherà soprattutto al campionato, perché è un ottimo pilota. Per quanto riguarda il box, lui era molto sensibile nell’elettronica, ma alla fine ognuno va per la sua strada. Sicuramente è una bella persona».