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Spunti, considerazioni, domande dopo il GP d’Italia.
Quali sono state le chiavi del GP?
La grande occasione. Dopo anni di gavetta, Danilo Petrucci è arrivato al Mugello molto carico e in prova ha preparato il GP meglio del compagno di squadra. Quando è partito, era consapevole di avere una grande occasione: l’ha sfruttata nel migliore dei modi, senza nessuna remora;
Dovizioso sorpreso. Nel suo attacco a Márquez alla San Donato - peraltro bellissimo - Andrea non si è minimamente interessato del compagno di squadra, convinto che ormai Petrucci fosse fuori dai giochi per la vittoria. Così, si è preoccupato solo di portare Márquez fuori dalla traiettoria ideale, lasciando però un piccolo spazio nel quale Danilo ha potuto infilarsi;
Márquez contro Dovizioso. Anche Márquez, per certi versi, si è disinteressato di Petrucci: il suo obiettivo era quello di battere il Dovi, che al momento considera l’unico suo rivale per il titolo. Anche lui, quindi, alla San Donato ha agito come se Danilo non ci fosse;
Gomme differenti. Come spesso accade nell’era Michelin, quando i piloti scelgono gomme differenti, per assecondare le caratteristiche di guida e della moto, vengono fuori gare molto più spettacolari, con punti forti e deboli che si bilanciano;
Poca potenza Yamaha. In prova, tre piloti Yamaha su quattro erano stati molto efficaci non solo nel singolo giro, ma anche nel passo, al di là della scarsa potenza della M1. Ma in gara è differente: se non puoi fare le tue linee e sfruttare la velocità in curva, perché ci sono anche gli avversari e non giri da solo, non riesci più a sopperire alla mancanza di cavalli. E’ un po’ quello che accadeva all’Aprilia quando correva con il bicilindrico contro i quattro cilindri 500: gran temponi in prova, pochi risultati in gara.
A fine gara, Danilo Petrucci si è scusato più volte con Andrea Dovizioso per il sorpasso troppo aggressivo: è stato effettivamente troppo duro?
No, Danilo ha fatto quello che doveva fare. E’ vero, come dice Andrea, che se non avesse rialzato la moto si sarebbero toccati, ma Petrucci non ha fatto nessuna scorrettezza, facendo un sorpasso che avrebbe fatto qualsiasi altro pilota. Poteva quindi evitare di scusarsi. Ma Petrucci è fatto così, un gran bravo ragazzo. Forse fin troppo.
Perché Fabio Quartararo, dopo essere stato super veloce e costante in prova, ha faticato così tanto in gara?
Dopo una brutta partenza - era solo nono alla fine del primo giro, pur essendo scattato dalla seconda posizione -, Quartararo ha spinto forte per recuperare. C’è riuscito, arrivando ad attaccarsi al gruppo di testa, ma ha sollecitato troppo la gomma anteriore (dura), che si è surriscaldata. A quel punto, la M1 è diventata difficilissima da guidare e anche molto faticosa sulle braccia.
Cosa è successo a Cal Crutchlow, solo ottavo e battuto anche dal compagno di squadra Takaaki Nakagami?
Crutchlow lamenta gli stessi problemi di Lorenzo: “Questa moto è troppo difficile da guidare e troppo faticosa sulle braccia”.
Giri veloci in gara (tra parentesi il giro in cui è stato realizzato).
Miller 1’47”657 (15); Petrucci 1’47”733 (5); Márquez 1’47”765 (12); Rins 1’47”789 (4); Bagnaia 1’47”795 (4); Morbidelli 1’47”806 (5); Crutchlow 1’47”853 (4); Dovizioso 1’47”860 (4); Rossi 1’47”984 (6); Nakagami 1’48”009.
Le tre più belle frasi del GP
3) Jorge Lorenzo: “La situazione è molto differente rispetto al 2017: quando arrivai in Ducati, ero indiscutibilmente il pilota numero uno e quindi mi ascoltavano”;
2) Marc Márquez: “Lorenzo vuole delle modifiche? Per chiederle, prima deve stare davanti”
1) Danilo Petrucci: “Sentivo dire: perché Petrucci in Ducati con tutti i piloti che ci sono? Ecco perché Petrucci!”.