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SEPANG - Tutto un altro Valentino Rossi, rispetto agli ultimi GP. Una prestazione di ottimo livello: d’accordo, il compagno di squadra ha vinto, ma Valentino ha chiuso non distante (5”965), lottando per il podio con Andrea Dovizioso fino al traguardo. Un bel miglioramento se confrontato con le opache gare precedenti.
"Sì, è stata una buona gara se confrontata con le precedenti. Ho provato in tutti i modi a salire sul podio: avrebbe avuto un altro sapore, ma purtroppo non ce l’ho fatta. Ma sono stato competitivo, ho fatto il giro veloce, mi sono divertito. In curva ero più forte di Dovizioso, ma in accelerazione lui era troppo veloce per me, non potevo fare niente.
Lui frenava anche forte, non riuscivo mai a stargli troppo vicino per passarlo: e quando l’ho fatto, lui mi ripassava in rettilineo. Peccato: tra terzo e quarto la differenza è grande".
Perché la Yamaha è così competitiva su questa pista?
"Intanto, sono contento di essere andato forte qui, perché anche fisicamente è il GP più duro dell’anno. Qui la Yamaha è sempre andata bene perché ci sono tante curve lunghe. Non a caso possiamo essere molto efficaci in qualifica, ma in gara soffriamo di più, perché noi facciamo il tempo soprattuto sfruttando l’angolo della gomma, con quindi maggiore consumo del posteriore. Sotto questo aspetto, oggi per me è andata meglio del solito, ho potuto essere costante fino alla fine. Fa una grande differenza se puoi stare da solo, come è riuscito a fare Viñales: se puoi impostare la tua linea, sei efficace con la Yamaha, ma se sei in mezzo agli altri fatichi di più".
Secondo Dovizioso, quest’anno c’è la più grande differenza di motore tra Yamaha e Ducati.
"E’ così. Purtroppo arriviamo da due anni di grande confusione, e anche alla fine dell’anno scorso la Yamaha non sapeva bene che strada seguire. La conseguenza è che la 2019 va più piano della 2018, e con la Ducati c’è una grandissima differenza. So perfettamente che la Yamaha non andrà mai come una Ducati in rettilineo, però dobbiamo tornare ai livelli precedenti".
Andrea ha detto che è bello lottare con te perché sei corretto e intelligente; com’è, invece, sfidare Dovizioso?
"Anche a me piace lottare con il Dovi, per certi versi siamo simili, cerchiamo di fare il massimo ma sempre nel rispetto dell’avversario. Forse anche troppo... Adesso i giovani sono molto più aggressivi, entrano sempre e comunque, mentre noi ci proviamo senza cercare di dare fastidio all’altro".
Se fossi riuscito a superare il Dovi subito, avresti potuto andartene?
"Credo di avere perso il podio alla prima curva: non sono partito male, ma in rettilineo mi hanno passato le Ducati. Márquez è entrato, Petrucci è andato un po’ largo e io non sono riuscito ad attaccarmi a Márquez: credo che se fossi stato con lui sarei riuscito a tenere il suo passo, mi avrebbe tirato. Invece ho perso posizioni, alla seconda curva ero nono o decimo (nono, n.d.r.); poi ho recuperato, ma avrei dovuto passare subito Dovizioso. Non ce l’ho fatta".
Come giudichi la vittoria di Viñales?
"Ho un buon rapporto con lui, è stato bravo, sempre veloce. E’ uno stimolo per fare bene".