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“E’ stata una gara molto difficile, ma è arrivata la vittoria. E’ stato molto complicato, c’è stato un grande calo della gomma posteriore, superiore alle mie aspettative: ci fosse stato un altro giro avrei perso la gara, Mir mi avrebbe superato, stava venendo su come un missile. Alla fine non so come ho fatto: negli ultimi giri, sono andato tre secondi più piano, ma ho rischiato più di una volta di cadere."
"Questa è la mia vittoria più bella: a Jerez avevo potuto gestire, qui sono partito ero quarto, poi terzo, secondo, quindi primo e sono andato via. Ho iniziato con due successi, poi ho fatto tante cadute, mentalmente è difficile tornare sul podio: farlo salendo sul gradino più alto è una gran cosa. Per tutto questo dico che è il momento più bello della mia vita. Ho vinto tre gare, ma non voglio dire che sono il più veloce: stiamo lavorando per questo, per esserlo”.
“Sono contentissimo. Sapevo di avere un buon ritmo, ma sapevo anche che i piloti Yamaha erano un po’ più veloci di noi. Alla fine, agli altri sono calate tanto le gomme, noi abbiamo recuperato ed è stato possibile salire sul podio: due Suzuki nei primi tre, è tanta roba. Purtroppo fatico in qualifica, non sono ancora pronto e non so bene perché, faccio fatica a sfruttare il grip nel giro secco, non riesco a trovare il giusto feeling: ieri ho preso 0”8 da Morbidelli, tantissimo. In gara siamo competitivi: mi piacerebbe però imparare a essere più efficace in qualifica, anche per la mia salute. Partire dietro è sempre un casino, ti rende nervoso… Io come Schwantz alla Suzuki? Magari, ma di Kevin ce n’è uno solo. Mi piace un casino aver creduto in questo progetto dopo un solo anno di Moto2. Il 2019 è stato difficile, ma adesso mi piace fare parte della storia della Suzuki. Mi piacerebbe tanto fare una sfida corpo a corpo con Marquez, il pilota che ha vinto negli ultimi anni”.
“È una grande emozione: la moto c’è, è competitiva, ma ho sofferto tanto nelle ultime gare dopo l’infortunio di Jerez. Sopra la moto, la spalla mi rendeva tutto complicato. È bello che ci siano due Suzuki sul podio: voglio dedicarlo a Luis Salom, sempre qui con noi. Le prestazioni di Mir non mi hanno dato fastidio: la verità è che ho sofferto tantissimo per la spalla. Non sento male sull’osso, per questo credo di essere al 100%, ma dopo 4-5 giri sono già con la lingua fuori. La rivalità con Joan c’è, come è normale che sia, perché il compagno di squadra è il primo avversario che vuoi battere. Nel 2019 era un debuttante, adesso è al mio livello. In questo momento difficile, dentro al box c’è sempre stata serenità, voglio ringraziare tutti. Adesso arrivano piste che mi piacciono tantissimo: ad Aragon sono sempre andato forte, poi ci saranno Valencia e Portimao. L’unica dove ho un po’ faticato in passato è Le Mans, ma quest’anno potrebbe essere differente.