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Di chi è la colpa? Andrea Dovizioso non ha dubbi: di Danilo Petrucci. Carlo Pernat, nella diretta con Moto.it delle 18, la divide a metà tra Petrucci e la Ducati: 50% per ciascuno. Loris Reggiani punta il dito contro la Casa di Borgo Panigale.
“E’ chiaro che Ducati - è l’opinione di Reggiani - non può chiedere a Petrucci di aiutare Dovizioso, dopo averlo mandato via. Non sarebbe opportuno. Miller, al contrario, è sotto contratto Ducati anche per l’anno prossimo: a lui sì si poteva dirgli qualcosa. Tutte le Ducati erano in Q1, avrebbero dovuto ricordare a Miller che lui è fuori dai giochi, che avrebbe dovuto dare una mano alla Ducati, evitando di portare via il posto a Dovi. Miller si è trovato esattamente in quella condizione: quando Jack ha iniziato a spingere per fare il suo tempo, Andrea era secondo, Jack sapeva che se avesse tirato, avrebbe potuto mandare fuori dalla Q2 Dovizioso. Capisco che questo è un discorso facile da fare a posteriore, ma quando puoi conquistare un mondiale, certi ragionamenti devi farli e li devi fare prima”.
Chi ha ragione, quindi? Dovizioso, Pernat o Reggiani? Io sto più dalla parte di Pernat, dando però una percentuale differente: io credo che nel caso specifico la colpa sia più di Danilo che della Ducati. Sono d’accordo con Dovizioso quando afferma: “Petrucci non aveva assolutamente la velocità per andare in Q2, considerando il rapporto che c’è tra di noi e quello che ho fatto per lui, avrebbe dovuto essere più intelligente”. Danilo, effettivamente, avrebbe dovuto capire la situazione, avrebbe dovuta gestirla meglio: va bene sfruttare la scia con la prima gomma, scia cercata in tutti i modi da Danilo, ma trovo sbagliato farlo anche con la seconda gomma. E’ verissimo che, questa volta, Petrucci non l’ha cercata, si è semplicemente trovato dietro ad Andrea. A quel punto, però, avrebbe dovuto avere la sensibilità di chiudere il gas, aspettare un attimo, lasciare andare Dovizioso e poi rimettersi a fare il suo mestiere.
Questo, secondo me, avrebbe dovuto fare. Ma, come ha sottolineato Ciabatti (trovate a parte l’intervista), in quel momento è venuto fuori l’egoismo del pilota. Ma da Petrucci era lecito non aspettarsela, perché è vero che Dovizioso lo ha aiutato in tutti i modi, anche di più, come peraltro ha sottolineato spesso lo stesso Petrux. Quello che ha fatto, è assolutamente legittimo dal punto di vista sportivo, ma non è giustificabile sotto l’aspetto umano. Per me lui è colpevole al 60%. La Ducati, quindi, ha comunque una bella responsabilità, perché non puoi - non puoi, lo scrivo due volte - lasciare tutti liberi di fare quello che vogliono quando hai un solo pilota che si gioca il mondiale. Quel pilota lo devi proteggere, lo devi tutelare, lo devi agevolare in tutti i modi possibile, anche facendo richieste antipatiche o dando ordini scomodi. Non solo. Il clima dentro al box è rovente, non da adesso, ma da inizio campionato, tanto che Andrea Dovizioso ha detto basta, così non vado più avanti, anche a costo di rimanere a piedi nel 2021. E di questo, naturalmente, la Ducati è fortemente responsabile: ognuno pensa per sé, diventa comprensibile che Petrucci non aiuti Dovizioso, come invece avrebbe fatto nel 2019. Così il mondiale sfugge. Che peccato.