MotoGP 2020. Davide Brivio: “Il titolo è sempre stato il mio obiettivo”

MotoGP 2020. Davide Brivio: “Il titolo è sempre stato il mio obiettivo”
Il team manager italiano artefice del successo Suzuki, ripercorre come è nata questa sfida difficilissima e affascinante: “Lavoravo con Rossi, era stimolante, ma si è presentata questa occasione. Bello costruire tutto da zero, adesso bisogna mantenere questa serenità dentro al box. Vogliamo che torni Marquez per confrontarci con lui”
15 novembre 2020

E’ riconosciuto come il grande artefice di questo successo: Davide Brivio, dopo aver portato Valentino Rossi in Yamaha, porta la Suzuki in cima alla MotoGP. Non accedeva dal 2000 e non era mai successo in MotoGP.

“E’ bellissimo, è un sogno che si è realizzato: quando ho iniziato questa avventura, ho detto che volevo vincere il mondiale. Devo dire che è arrivato al momento giusto, nel centesimo anniversario della Suzuki: nemmeno nei sogni immaginavo una cosa così. Siamo partiti da zero ed è un risultato fantastico: abbiamo una squadra molto forte, sono curiosi di vedere dove arriveremo nel 2021. La Suzuki mi ha assecondato anche su richieste un po’ pazze. C’è tanta motivazione, spero di mantenere a lungo questa atmosfera: ogni giorno, è questo il mio primo pensiero”.

Storicamente, la Suzuki è la Casa giapponese con meno mezzi e che ha vinto meno: cosa ti ha convinto a iniziare questo progetto?
“E’ una grande Casa, l’ho ritenuta una buona opportunità, anche perché c’era la possibilità di partire da zero, una bellissima sfida. Credo sia più difficile entrare in un team già fatto, modificarlo secondo le tue esigenze, come era successo in Yamaha. Quando c’è stata la possibilità della Suzuki, allora lavora con Rossi sui contratti: è stato difficile lasciare quel lavoro, perché stare con Valentino è sempre bello e stimolante. Ma c’era questa possibilità, è stato bello ricostruire una squadra, costruire i piloti, lo staff, anche se a volte è difficile”.

Ti pesa aver vinto senza Marquez in pista?
“Non c’era alternativa! Mi spiace che lui non ci sia, ma senza Marc qualcuno doveva pur vincere il titolo, sono contento che siamo stati noi a riuscirci. Tutto il paddock non vede l’ora che torni, tutti vogliono sfidarlo, tutti i piloti hanno una gran voglia di affrontarlo, tutti noi vogliamo capire il nostro livello. Forse con questa nuova generazione di piloti farà più fatica anche lui, chissà”.

Cosa hai pensato quando Mir ha tagliato il traguardo?
“E’ stato davvero strano. E’ un momento che sognavo da tanti anni: mi sono sentito come vuoto, non sapevo cosa fare. Non avevo nemmeno la forza di esultare, di abbracciare le persone. Mi sono come bloccato. E’ durato qualche secondo, poi sono entrato anch’io nella festa. E’ stato un momento veramente strano”.

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