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Un ultimo giro da vedere e rivedere, da storia del motociclismo. “Meritavamo entrambi di vincere” sorride Franco Morbidelli, con la solita dolcezza e rispetto verso gli avversari. Ma a vincere è stato il “Morbido”, al termine di una gara condotta sempre in testa ad eccezione di due curve: la prima del primo giro, la quarta dell’ultimo giro.
“E’ stata una gara durissima! Ho cercato di spingere al massimo dall’inizio alla fine per scappare, perché non volevo arrivare a lottare con Miller, non volevo mettermi in quella condizione. Ma lui è stato talmente bravo da rimanere sempre lì e di attaccarmi, e passarmi: l’ultimo giro è stata una lotta tra cani… Non ho mai spinto così tanto in una gara dal primo all’ultimo giro: ci meritavamo entrambi la vittoria”.
In che cosa sei riuscito a fare la differenza nell’ultimo giro?
“Tecnicamente, per la sfida del giro finale io avevo un vantaggio avendo la gomma dura anteriore: durante tutta la gara, lui ha avuto più percorrenza di me a centro curva, ma nella lotta finale la dura anteriore (Miller aveva la media, NDA) mi ha dato più sostegno e questo mi ha permesso di fare la differenza, di incrociare due volte. Diciamo che la gomma dura mi ha fatto perdere un po’ di velocità, ma mi ha ripagato alla fine”.
Tre vittorie, una più bella dell’altra: possiamo paragonarle?
“Sono state bellissime. Intanto, non ero abituato, ho avuto la fortuna di assaporare il gusto della vittoria in MotoGP ed è stata una piacevole sorpresa: è qualcosa di bellissimo, non mi aspettavo che fosse così tanto bella. A Misano sono partito davanti, ho impostato il mio ritmo, ero il più veloce: diciamo che un po’ me l’aspettavo. Ad Aragon ero particolarmente in forma: non pensavo di potercela fare, ma è arrivata grazie a uno stato di forma strepitoso. Questa è venuta perché ho vinto quelle due gare: quei due successi mi hanno dato una voglia particolare di farcela anche qui. E questo mi ha dato una carica in più per dare tutto all’ultimo giro”.
Che effetto fa essere il primo pilota Yamaha in classifica generale?
“E’ davvero un bell’effetto. All’invio dell’anno ero un po’ arrabbiato per la scelta di Yamaha di darmi la moto 2019, ma assieme alla squadra abbiamo deciso di rigirare questa rabbia nella giusta direzione. Ho lavorato tanto a casa, ho lavorato tanto nei test per far rendere al meglio questa moto, che non è affatto male. E’ chiaro che la conoscenza di Forcada fa la differenza”.
Il tuo giudizio su Mir campione del mondo.
“E’ stato bravissimo lui, la sua squadra, la Suzuki: Davide (Brivio, NDA) ha costruito un team fantastico”.