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Primo pilota Yamaha sia al traguardo (3°) sia nel mondiale (2°): Franco Morbidelli riceve in diretta a Sky i complimenti di Giacomo Agostini. Non male… “Grazie Ago, sono lusingato”, si fa quasi timido il Morbido. Poi analizza la gara.
“Mi aspettavo che Oliveira potesse scappare, perché nelle FP4 era andato fortissimo, si vedeva che aveva qualcosa in più degli altri. Magari non è stato davanti in tutti i turni, perché lui è un pilota molto intelligente, pensa soprattutto a mettersi a posto per la gara, non essere veloce nel giro secco. La sua prestazione era nell’aria”.
Ieri avevi detto che il secondo posto nel mondiale era più importante della vittoria: questo ti ha condizionato nella sfida all’ultimo giro con Miller?
“No. Ho dato tutto, ma non ce l’ho fatta, avevo la gomma posteriore distrutta, mentre la sua era in condizioni migliori. Aveva più velocità di me, ed è stato molto bravo ad attaccare alla fine quasi senza che me ne accorgessi. Mi piacerebbe dire che la possibilità di conquistare il secondo posto ha condizionato la mia gara, ma non è stato così: Jack è stato più bravo”.
Il bilancio della stagione non può che essere positivo...
“Sì, è stata una stagione fantastica. Quando ho iniziato ero la quarta forza Yamaha: non dico che mi sentivo messo un po’ in disparte, perché non è vero, ma un po’ meno importante sì per non avere la M1 uguale agli altri. Mi sono sentito un po’ menomato e questo mi ha fatto concentrare ancora di più sul lavoro a casa e con la squadra: questo ha fatto la differenza. Nella mia carriera, ho sempre lavorato con capo tecnici fantastici, ma quest’anno è stato davvero particolare: al 95% è andato tutto bene con Forcada, questo è stato fondamentale. Mi sono preso una bella rivincita e tolto una grande soddisfazione”.
Ti ricordi quando da ragazzino correvi alla cava sperando di vincere la gara? Se allora ti avessero detto che nel 2020 saresti stato vice campione del mondo, cosa avresti detto?
“Mi sarei messo a piangere… Ero un ragazzino, in quel momento non pensavo di certo a cosa sarei diventato e cosa sarebbe stato di me: quel pilota alla cava era una improvvisazione senza avere ambizioni o traguardi particolari”.