Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Chi lo ha conosciuto e ha avuto modo di entrarci in confidenza nei paddock del mondiale Superbike racconta di un ragazzo che sembra timido e schivo, ma che in realtà ha il classico spirito da pilota texano: funambolico e sopra le righe in pista, taciturno fuori e determinato fuori. Viene da chiedersi come avrà gestito l'emozione di sapere che Yamaha Monster Energy ha scelto proprio lui per sostituire Valentino Rossi a Valencia. Ma sarà lui stesso a dirlo, soprattutto in queste ore in cui il suo nome è letteralmente shizzato negli indici di ricerca.
Nato il primo agosto del 1995, in Texas, Garrett Gerloff ha esordito a vent’anni nel MotoAmerica Supersport, dopo la solita trafila con le minimoto e i campionati minori. In quell’anno, era il 2015, ha ottenuto due pole position, dieci podi e due vittorie, piazzandosi al terzo posto in classifica generale.
Nel 2016, sempre nello stesso campionato, ha conquistato tre pole position, sei vittorie e podi in tutte le gare (tranne una) vincendo il suo primo campionato MotoAmerica Supersport. Il 2017 ha visto Garrett difendere con successo la sua corona Supersport, guadagnandosi il titolo per il secondo anno consecutivo con la sua Monster Energy Yamalube YES Graves Yamaha R6 – si legge nel comunicato diffuso dal reparto corse della casa di Iwata - e conquistando otto pole position e diciassette (undici vittorie).
Nel 2018, Garrett Gerloff stato di nuovo ai nastri di partenza nella classe AMA Superbike con il Monster Energy Yamalube Yamaha Factory Racing Team, partendo forte per salire sul podio nel round di apertura e ottenendo un totale di cinque podi nella sua stagione da rookie. Il 2019 è stato un ulteriore miglioramento per Gerloff, concludendo un campionato molto combattuto al terzo posto con quindici podi di cui quattro vittorie.
Quest’anno è rimasto con la famiglia Yamaha, unendosi al GRT Yamaha World SBK Junior Team nel Campionato Mondiale Superbike, in sella ad una R1. Nello scorso settembre è anche riuscito a salire sul podio, raccontando un po’ della sua carriera e qualche aneddoto della sua vita nelle varie interviste post gara. E dedicando il prezioso risultato al suo idolo di sempre: Nicky Hayden. “Avevo undici anni - ha detto - quando ha vinto il mondiale in MotoGP. E’ stato il mio idolo ed è stato il pilota che mi ha insegnato a credere nei sogni, dimostrando che nulla è impossibile per chi non ha paura di impegnarsi e inseguire con ossessione un obiettivo”.