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Per Valentino Rossi si potrebbe fare un “copia e incolla” di quanto scritto nei GP precedenti: il passo non è male, ma la posizione in griglia toglie parecchie speranze. Oggi ancora più del solito, perché Valentino questa volta partirà addirittura dalla quinta fila.
“Ormai le Q1 sono diventate come le sabbie mobili: si fanno tempi esagerati. Stavo andando forte, ma in quella curva sono stato troppo interno, ho toccato la linea bianca e mi si è chiuso l’anteriore. Credo di avere un buon passo, non per vincere, ma per stare nei primi cinque, ma partendo così indietro naturalmente tutto si complica”.
Settimana scorsa, c’era una Yamaha in pole, adesso il migliore con la M1 (Vinales) è sesto: siete peggiorati voi, o cosa?
“Credo che gli altri abbiano fatto un passo in avanti: con più tempo a disposizione per sistemare la moto riescono a sfruttare meglio il loro potenziale, sono più efficaci, specie su questa pista. La differenza di velocità in rettilineo è grandissima: gli altri mettono i cavalli a terra, mentre noi siamo rimasti lì”.
Un bel problema per il campionato.
“La realtà cambia molto da pista a pista: qui soffriamo particolarmente, ma in altre possiamo essere efficaci”.
Marc Marquez ha fatto sapere che si prenderà tutto il tempo necessario per guarire: cosa ne pensi?
“Tanti di noi sono entrati nella storia con recuperi quasi “miracolosi”, anche se non possiamo fare i miracoli. Marquez ha avuto una brutta frattura e ha subito un intervento invasivo, ma ha provato a tornare in moto dopo soli due giorni: credo ci voglia il tempo per recuperare. Siamo umani, anche lui lo è: il nostro corpo ha bisogno di tempo”.
Anche tu, nel 2010, tornasti in moto dopo una brutta operazione.
“La mia situazione era un po’ diversa: avevo vinto in Qatar e potevo giocarmi il titolo con Lorenzo, ma in allenamento con la moto da cross mi lesionai i tendini. Per guidare dovetti prendere gli anti dolorifici e arrivai al Mugello in quella situazione, dove mi ruppi una gamba. Una brutta frattura: da quel momento in poi pensai solo a guarire… Ma io ero più fortunato: almeno potevo vedere i mondiali di calcio in TV…”.