MotoGP 2020. Inchiesta: Perché Dovizioso è così in difficoltà?

MotoGP 2020. Inchiesta: Perché Dovizioso è così in difficoltà?
E’ la domanda che si fanno tutti gli appassionati. Demotivazione, problemi tecnici, inverosimile complotto Ducati, o cosa? Per capirne di più, ecco l’opinione del capo tecnico Giribuola, del direttore sportivo Ciabatti e del manager Battistella
8 ottobre 2020

Cosa sta succedendo ad Andrea Dovizioso? Se lo chiedono tutti gli appassionati, perché le sue prestazioni sono decisamente inferiori alle aspettative e al grande potenziale mostrato da Andrea negli ultimi anni. Come sempre avviene in questi casi, si fanno tantissime ipotesi, che possono essere raggruppate in tre famiglie: 1) Dovi è demotivato e sfiduciato; 2) Problemi tecnici legati alla gomma posteriore; 3) La Ducati non vuole che Andrea vinca il mondiale. L’ultima è più che altro un'illazione, che viene fatta da più parti, ma che non ha fondamento. Fino a prova contraria. Rimangono quindi le prime due ipotesi, secondo la mia opinione ugualmente determinanti riguardo questa situazione così anomala. Ma come la pensa chi vive a stretto contatto con il pilota, chi lo conosce meglio di ogni altro, chi lo vede lavorare più da vicino di chiunque altro? Moto.it lo ha chiesto ad Alberto Giribuola, suo capo tecnico; Paolo Ciabatti, direttore sportivo Ducati Corse; Simone Battistella, il manager. Ecco cosa è emerso, partendo dalle dichiarazioni di Andrea Dovizioso, che più o meno dall’inizio dell’anno ripete sempre le stesse cose.

 

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Dovizioso: “La frenata era il mio forte, è diventato il mio punto debole”

"Bagnaia è l’unico pilota Ducati che si è adeguato a queste gomme, e dai dati si capisce bene che il mio punto di forza degli anni passati si è trasformato in un punto debole. Lui frena dopo, con meno pressione ed entra più forte in curva. E’ difficile da fare, lui fa la differenza in quel punto. Io riuscivo a fare la differenza rispetto agli altri piloti Ducati usando meglio la gomma anteriore, perché sul posteriore non c’era grip. Adesso devi andare forte nell’ultima parte di inserimento in curva, non bisogna esagerare da dritti, alzare troppo la gomma posteriore in staccata. E’ tutto chiaro, ma farlo non è assolutamente facile. E anche la messa a punto della moto va in una direzione opposta rispetto al passato. L’aspetto psicologico? E’ chiaro che tutto fa, siamo umani, ma non è questo il punto: fa la differenza la difficoltà del mio adattamento alla gomma posteriore”.

 

Giribuola: “Non può più mettere la moto di traverso”

 

“Rispetto al 2019, la gomma posteriore 2020 ha molto più grip, ma è un grip meno gestibile, perché quando perde aderenza lo fa in maniera molto brusca. Si può dire che le Michelin 2019 avessero meno potenziale, ma la derapata era più lineare, si poteva far scivolare meglio la moto fino a centro curva: una tecnica nella quale Andrea era eccellente. Ma adesso quella tecnica non funziona più, perché quando la moto riprende la sua linea per il maggiore grip della gomma posteriore, ti spinge sull’anteriore e cadi: per non scivolare devi rallentare tanto la moto sia con l’anteriore che con il posteriore, e questo è complicato per il Dovi, che ha sempre usato solo l’anteriore per fermarsi e tende ancora a usare questa modalità. Lui ha sempre gestito la frenata mettendo il posteriore di traverso, ma con la nuova gomma questo mette in crisi l’anteriore che tende a chiudersi. La difficoltà è dover rivedere uno stile di guida che in passato ha dato ottimi risultati. Da parte mia e del box stiamo cercando di aiutarlo, ma lui recepisce che la moto non rallenta: quello che dobbiamo fare noi è fargli sentire che la moto si sta fermando. Anche in uscita bisogna essere meno aggressivi, più gentili, è cambiato il modo di aprire il gas in accelerazione. Proprio perché non la sente bene, lo porta a dare gas più lentamente, non si può più spigolare come si faceva prima: se lo fai, questo comporta una serie di controindicazioni. Dobbiamo riuscire a metterlo nella condizione di sentire meglio la moto e di non essere così al limite con l’anteriore. Lui ci sta provando in tutti i modi ad adattarsi, ma non è facile; ma è anche vero che basta l’ultimo “click” per fare un buon passo in avanti e guidare con maggiore naturalezza. Inoltre, rispetto al 2019, per come è fatto il campionato e per le condizioni che abbiamo trovato, non siamo ancora riusciti ad avere una base che funzioni su tutti i circuiti”.

Ciabatti: “Andrea è motivato, difficoltà solo tecniche”

“Il fatto che alla fine del 2020 finisca il rapporto tra Dovizioso e la Ducati può influire psicologicamente, perché Andrea è un essere umano: sicuramente la situazione non lo aiuta. Ma non dimentichiamo che quando ha annunciato la sua decisione, la domenica ha poi vinto la sua unica gara di quest’anno, guidando molto bene. Credo che la ragione delle difficoltà di Andrea in questo momento sia prettamente tecnica e il resto centri molto poco. Quest’anno ci troviamo con delle gomme particolarmente difficili da interpretare, ed è cambiato il modo per essere efficaci nella guida, in particolare della Ducati: Andrea è sempre stato competitivo con la Desmosedici grazie alla frenata e alla sua gestione della moto, deve cambiare il suo stile di guida per ottenere il massimo dal pacchetto attuale. Ma non è così facile: lo è probabilmente di più per Bagnaia, che aveva un’esperienza meno solidificata con Ducati e adesso può sfruttare meglio il suo stile di guida, forse più simile a quello della Moto2. E’ chiaro che ci può anche essere una componente psicologica che può influire, ma io credo sia veramente marginale: conoscendo Andrea, la sua motivazione è quella di provare a vincere questo mondiale e anche dimostrare la sua forza nei nostri confronti, ed eventualmente togliersi anche qualche sassolino dalla scarpa. Non lo vedo come un pilota rinunciatario, ma in difficoltà nel riuscire a guidare la Ducati in modo efficace. Non c’è demotivazione: al di là del dispiacere di finire un’avventura di otto anni, prevale la possibilità di vincere il titolo. Non gli manca nulla: Ducati sta dando il 100% come al solito, vincere il titolo è un obiettivo comune, ma fa veramente molta fatica con questa gomma posteriore. Ci sarà dispiacere in lui, anche risentimento, ma non demotivazione. 

Battistella: “Fisicamente e psicologicamente è a posto”

E’ evidente che il cambio della gomma sia stato un punto dolente fin dal primo momento per alcune moto: la Ducati, che è quella che aveva segnalato più di altri queste difficoltà, è riuscita a trovare la soluzione in alcuni GP. Andrea ancora non ci riesce: questo è un aspetto negativo per uno che si sta giocando il mondiale. Non sfruttare la gomma posteriore diventa un limite piuttosto importante, ma tutti stanno lavorando duro per trovare una soluzione: sia la squadra che il pilota, che ci sta provando a testa bassa e continua a essere molto motivato nella preparazione come nell’approccio in pista. Fisicamente è a posto al 100%, psicologicamente sta facendo fatica, ma è una fatica che gli ha permesso di rimanere in testa al mondiale. E se non fosse stato centrato dalla moto di Zarco a Barcellona avrebbe comunque portato alla gara punti importanti: una delle sue caratteristiche è sempre stata quella di portare a casa il massimo in base alle circostanze nelle quali si trova, e lo ha dimostrato anche nella prima parte di stagione, portando a casa piazzamenti importanti anche quando era in difficoltà. Il distacco con la vetta è meno di una vittoria, e mancano ancora 6 GP: non c’è motivo per mollare la presa. Certo è che se non si riesce a sfruttare la gomma posteriore, diventa problematico, hai poche armi a disposizione se non quella della costanza, che però non fa la differenza, soprattutto se parti così indietro dalla griglia”.

In definitiva, tutti concordano che il problema sia solo tecnico. Voi cosa ne pensate?

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