MotoGP 2020. Le pagelle del GP d'Europa

MotoGP 2020. Le pagelle del GP d'Europa
Lode a Mir, 9 a Rins e Pol Espargaro. Appena 6 a Dovizioso e 5 a Rossi, sfortunato, ma comunque in difficoltà
9 novembre 2020

Joan Mir voto 10 e lode

La mancata vittoria stava diventando un’ossessione per tutti. Tranne per lui. “Voglio vincere”, continuava naturalmente a ripetere, ma non ha mai perso la testa per conquistare il primo successo in MotoGP, è sempre rimasto lucido, non ha mai esagerato. Non facile a 23 anni e quando tutti ti dicono che non sei un campione se non trionfi almeno una volta. A Valencia lo ha fatto alla grande, perché, come ha sottolineato, era più veloce, non per sbagli altrui. Per me, è uno di quelli che può dare fastidio a Marquez. Campione vero.

 

Alex Rins 9

Sembrava poter battere un’altra volta il compagno di squadra, ma un errore gli ha impedito di giocarsela fino al traguardo. Si conferma comunque pilota di ottimo livello: probabilmente Mir gli è superiore, ma lui è comunque uno tosto. Può diventare vice campione. Concreto.

 

Pol Espargaro 9

C’è un aspetto che mi colpisce di lui in questa stagione: è stato quasi sempre il miglior pilota Ktm al traguardo, tranne quando c’è stata la possibilità di vincere… Ma un successo con questa moto se lo meriterebbe, considerando le inevitabili difficoltà all’inizio del progetto. Ha ottenuto il massimo risultato possibile, mostrando di saper anche non sbagliare. Chissà se si è pentito della scelta di andare alla HRC. Futuro incerto.

 

Takaaki Nakagami 8

Dimenticato il terribile errore di Aragon2, ha ritrovato calma e serenità, guidando sempre bene e con costanza. Probabilmente gli manca ancora il guizzo e la ferocia del campione, ma si conferma in crescita costante, pilota sul quale fare affidamento. Conquistare il primo podio potrebbe essere la svolta. (Quasi) sempre costante.

 

Miguel Oliveira 7

Fa una buona gara, ma il distacco dal compagno di squadra è grande. Comunque bravo: nel 2021 può diventare insidioso. In crescita.

 

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Jack Miller 7

Valencia gli piace: non a caso è lui il primo pilota Ducati al traguardo. Si esalta nelle condizioni più critiche, ma anche con l’asciutto ha guidato bene: fino a prova contraria, con la sua moto non si poteva fare di più. Primo ducatista.

 

Brad Binder 6,5

Si sveglia tardi, ma nel finale è il più veloce in pista. Non dimentichiamo che è un debuttante: inevitabilmente gli manca un po’ di costanza. Ma dà l’impressione di essere uno di quelli “buoni”. Caparbio.

 

Andrea Dovizioso 6

Il limite rimane quello delle qualifiche, ma in gara riesce quasi sempre a essere incisivo, nonostante condizioni fisiche non ottimali (sintomi di Covid, oggi farà il tampone) e un morale non certo alle stelle, per mille motivi. Titoli di coda.

 

Johann Zarco 5

In Q1 e in Q2 i suoi giri migliori, poi una gara da gambero. Anche per lui, tanti alti e bassi: deve conoscere meglio questa moto. Così così.

 

Danilo Petrucci 5

La sua gara è stata compromesso da un errore suo (caduta) nelle FP2 e della squadra (la moto non era pronta). Poi, le solite difficoltà di quest’anno (Le Mans a parte). Titoli di coda2.

 

Franco Morbidelli 6

Prima Yamaha al traguardo: magra consolazione, ma meglio di niente. Non solo in gara: in tutto il fine settimana è sempre stato il punto di riferimento tra i piloti con la M1. Si conferma solido.

 

Maverick Vinales 5

Si lamenta, si arrabbia, sbuffa, si intristisce, si deprime: un po’ come sempre, ma questa volta con più di una ragione, visto da dove è partito, non per colpa sua. Alla fine, arriva in qualche modo al traguardo. Non gli si poteva chiedere di più.

 

Fabio Quartararo 4

Affonda assieme alla Yamaha, incapace di trovare tranquillità e serenità per andare oltre ai problemi. Annichilito.

 

Alex Marquez 5

Non stava facendo malissimo e ha perso il controllo della sua Honda appena superato da Dovizioso, inesperto nel controllare il “risucchio” della scia. Il momento magico è finito? 

 

Pecco Bagnaia 4

Un’altra caduta in gara, proprio nel momento in cui sembrava aver trovato il modo di guidare la Ducati a Valencia. Ma qualche segnale positivo c’è stato. Non deve avvilirsi.

 

Valentino Rossi 5

Si ferma non per colpa sua, ma, inevitabilmente, stava faticando, per più di un motivo: perché non guidava da un mese; perché non era ancora al meglio fisicamente; perché ha perso il venerdì. Diciamo che non è un periodo fortunato. Paperino.

 

Aleix Espargaro 3

Continuo a pensare che sia un limite per l’Aprilia. Massimo Rivola, nella diretta di sabato con moto.it, giustamente lo difende e ha anche rivelato come la caduta a Jerez1 fosse stata determinata da un problema tecnico (all’ammortizzatore posteriore) che ha tolto fiducia al pilota. Tutto vero, per carità, ma certe occasioni non vanno sprecate.

 

Garrett Gerloff 7

Viene messo sulla moto di Valentino Rossi senza preavviso, proiettato in un mondo completamente differente dal suo. Debutta con il bagnato, poi gira in condizioni miste, quelle più complicate: dimostra un buon potenziale, poi è “costretto” a cedere la M1 al titolare.  In ogni caso, inizio incoraggiante.

 

Lorenzo Savadori 6

Non conosce la pista, conosce pochissimo la moto, non ha mai fatto una gara in MotoGP. In tre giorni trova sempre condizioni differenti, cade all’inizio, ma poi, con tenacia porta la moto al traguardo. Ha tempo per crescere. Sufficienza di incoraggiamento.

 

Suzuki GSX-RR voto 9,5

Siamo vicini alla perfezione, in un mondo dove, ovviamente, la moto perfetta non esiste. Ma questa Suzuki è veramente di altissimo livello: il nostro ingegnere Bernardelle ci aveva visto giusto dopo i test invernali. Da applausi.

 

Ktm RC16 voto 9

Si conferma ottima moto, soprattutto quando può contare sui dati accumulati dal collaudatore Pedrosa, come se, inevitabilmente, avesse bisogno di più tempo per essere sistemata al meglio. Ma nel complesso, funziona in modo egregio

 

Honda RC213V voto 8,5

Nakagami dimostra che la Honda è tutt’altro che una moto non competitiva.

 

Ducati DesmosediciGP voto 6

A inizio stagione, sembrava la moto da battere, adesso è costretta a inseguire, al di là di qualche sprazzo dei suoi piloti, mai però costanti durante la stagione. Serve una rivoluzione?

 

Yamaha M1 voto 3

Un disastro assoluto, perché, come dice Rossi: “Va piano e si rompe”. E’ vero che rimane una moto relativamente facile e che ha vinto 6 GP, ma quanto accaduto a Valencia è da libro dei primati negativo. E la vicenda delle valvole è inconcepibile.

 

Aprilia RS-GP voto 7

Lo so che il voto è esagerato, se si considera il risultato, ma con altri piloti la classifica sarebbe ben differente.