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Primo e terzo, Joan Mir primo nel mondiale: in Casa Suzuki è giusto festeggiare con lo champagne. Alla vigilia, sembrava Joan il candidato alla vittoria, invece a salire sul gradino più alto del podio è stato Alex Rins.
“L’avevo detto ieri: aspettate a dire che sono fuori dai giochi” scherza Rins. In realtà, anche lui non pensava di poter trionfare.
“Avevo la sensazione di poter fare bene, ma non così tanto bene partendo dalla decima posizione: credevo che sarebbe stato difficile. Ma in gara è andato tutto bene”.
Proviamo a ripercorrere la tua rimonta.
“Ho fatto una grande partenza e la moto andava veramente forte. Ho fatto un po’ di sorpassi e quando mi sono trovato dietro Vinales ho visto che avevo più ritmo. Ho provato a passarlo e quando ci sono riuscito ho pensato solo a fare il mio ritmo. Poi è stata lunghissima, non ero mai stato tanti giri davanti in MotoGP (nel 2019 ha vinto due gare in volata, andando in testa solo nel finale, NDA). E’ una vittoria per tutta la Suzuki”.
Quanto ti ha dato fastidio la spalla in questi mesi?
“Abbiamo un po’ nascosto il dolore, ma qui stavo bene fisicamente ho potuto guidare bene. E qui non ho faticato più di tanto, anche per la temperatura, non era così caldo”.
In sintesi, si può dire che tu sei il pilota veloce, quello che vince, e il tuo compagno di squadra è quello regolare?
“Quest’anno è così, Joan è molto costante, mentre io sono un po’ sulle montagne russe…”.
Ma avere un compagno come Mir è uno stimolo o un problema?
“Uno stimolo: un compagno di squadra veloce ti sprona a fare sempre meglio”.
Joan Mir non è felicissimo, anche se per la prima volta è in testa al mondiale della MotoGP.
“Penso che prima o poi riuscirò a vincere una gara, ma oggi non era il giorno giusto. Prima del via, pensavo sinceramente di avere una grande possibilità, ma stando dietro a Rins ho avuto un problema alla gomma anteriore, cosa che non mi era mai accaduta in gara. Peccato, ma le gare sono così: sono un po’ deluso perché pensavo fosse la mia giornata”.
La Suzuki è sembrata girare molto più stretta della Yamaha; è così?
“Effettivamente, all’inizio ho passato le Yamaha all’ultima curva e mi sentivo molto forte in quel punto. Lì stavo più interno anche di Rins, ma alla fine ero più in difficoltà di lui”.
Come si vince questo mondiale?
“Vincendo le gare e, se non si può, stando sempre sul podio”.
E’ Quartararo il tuo rivale?
“Tutti dicono che la sfida è tra me è Fabio, ma io non mi dimentico di Vinales e anche di Dovizioso: se Andrea trova qualcosa in più, può anche vincere tutte le gare che rimangono”.
Cosa faresti di diverso nella prossima gara?
“Se la temperatura sarà come oggi, lavoreremo di più sulla media anteriore”.