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Wilco Zeelenberg conosce molto bene i piloti Yamaha: ex pilota della 250 (dove ottenne una vittoria, nel 1990, sul tracciato del Nürburgring, paradossalmente però con una Honda NSR...), da diverso tempo è in forza al reparto corse della Casa di Iwata per il quale lavora con i piloti. È infatti stato il coach di Jorge Lorenzo, e dall'anno scorso svolge lo stesso ruolo per Fabio Quartararò nel team satellite SRT-Petronas. Nessuno meglio di lui, quindi, per analizzare le somiglianze e le differenze fra i due piloti.
I due piloti sono molto vicini per stile di guida, perché Quartararò, come Lorenzo, è quasi "vecchio stile", pulito e con alte velocità di percorrenza. Un po' quello che esprimeva Lorenzo con uno dei due termini che sintetizzavano la sua guida: martillo y mantequilla: il primo - il martello - a simboleggiare il ritmo, la costanza, la regolarità; il secondo - il burro - la precisione e la delicatezza, come quella del coltello che spalma il burro su una fetta di pane."Entrambi si identificano nel termine mantequilla, che Jorge aveva applicato alla sua guida ricordando i gesti di sua madre" spiega Zeelenberg. "Una guida pulita, precisa, morbida, quella di un pilota la cui velocità non è sempre percettibile dall'esterno, perché sembra che non stia nemmeno andando forte. È più o meno lo stesso con Fabio, che ha uno stile molto simile, pulito e preciso."
"Allo stesso modo, la costanza, la capacità di mantenere un ritmo elevato e regolare - come il battere del martello del fabbrio esperto - è l'altra caratteristica che li accomuna: Jorge ha vinto tante gare imprimendo un ritmo insostenibile senza sbagliare. E peraltro, così ha fatto Fabio a Jerez."
Dove i due sono diversissimi è però nella personalità: Lorenzo estremamente introverso, molto concentrato, Quartararò iperattivo ed estroverso, pronto a divertirsi con la squadra appena ce n'è l'occasione. "Fabio può parlarti senza perdere la concentrazione sulla gara, Jorge era completamente chiuso in una bolla personale, solo dopo la gara si rilassava - dal venerdì alla domenica era sempre molto concentrato. Fabio è completamente diverso, sotto questo punto di vista: non sta fermo, vuole giocare, scherzare e rilassarsi anche nei momenti che precedono la gara."