Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
SCARPERIA - Si sa, lo sanno soprattutto i piloti, ma non ci si abitua mai. Fortunatamente.
Quando muore un pilota in pista, quando un ragazzo di 19 anni non ce la fa per le conseguenze di una terribile caduta, è normale chiedersi che senso abbia tutto questo.
Anche se gli incidenti mortali, perlomeno nel motomondiale, sono fortunatamente piuttosto rari: 5 nel 21esimo secolo.
Daijiro Kato a Suzuka nel 2003; Shoya Tomizawa a Misano nel 2010; Marco Simoncelli a Sepang nel 2011; Luis Salom a Montmelò nel 2016; Jason Dupasquier al Mugello nel 2021.
Insomma, la strada è decisamente più pericolosa, ma è sempre shoccante quando accade ed era dal 1983 che non moriva un pilota della cilindrata più piccola: un altro svizzero, Rolf Ruttiman.
Quando accade, è naturale porsi delle domande. Ecco quelle che mi vengono in mente considerando quanto è successo al Mugello sabato e domenica.
E’ stato giusto correre?
Io la risposta non ce l’ho. Come dice Valentino Rossi, sia correre sia non correre non avrebbe avuto senso. In questi casi, come fai, sbagli: in fondo al pezzo trovate i link alle tante opinioni differenti dei piloti.
E’ stato giusto organizzare un minuto di silenzio alle 13.45, 15 minuti prima del via?
Secondo me, profondamente sbagliato. E’ chiaro che è un modo per rispettare un ragazzo morto, ma farlo 15 minuti prima della gara della MotoGP, appena prima che i piloti partano lo trovo perfino pericoloso. Come hanno sottolineato in tanti: difficilissimo ritrovare la concentrazione. Come ho già detto, in questi casi, come fai, sbagli, ma credo che bisognasse trovare un modo differente per ricordare Dupasquier.
E’ stato giusto non consultare i piloti sulla decisione di correre?
Anche in questo caso, la risposta è complicata. La notizia della morte di Jason Dupasquier è arrivata appena prima dell’inizio della Moto2, tanto che i piloti di quella categoria l’hanno saputo solo dopo aver tagliato il traguardo. Mentre si disputava quella gara, si sarebbero potuti riunire i piloti della MotoGP e chiedere la loro opinione. E’ vero che in una situazione emotivamente così complicata, sarebbe stato probabilmente difficile trovare un accordo e una “imposizione” dall’alto evita discussioni e polemiche a priori, ma ha ragione Petrucci quando dice che “dentro ai caschi ci sono ragazzi che pensano che quanto accaduto a Jason può succedere anche a loro”. Secondo me, i piloti andavano consultati. E dato che si sapeva benissimo che le condizioni di Dupasquier erano disperate, si poteva fare una riunione sabato sera con i piloti e stabilire prima le varie possibilità.
Oliveira ha detto che le Moto3 sono troppo potenti per dei ragazzi poco esperti: ha ragione?
Per me no. Perché telaio, sospensioni, freni, gomme potrebbero sopportare potenze ben superiori (i motori sono limitati per regolamento a 13.500 giri): i piloti che arrivano al Mondiale, guidano moto di potenza simile già da parecchi anni.
Il Mugello deve essere considerata una pista pericolosa?
Sicuramente no per la Moto3. E’ vero che l’uscita della Arrabbiata2, dove è purtroppo caduto Dupasquier, è “cieca”, ma non può essere considerato pericoloso per questo motivo. Il punto veramente critico del Mugello è lo scollino prima della San Donato, ma è critico per la MotoGP, non certo per la Moto3. Lì, in ogni caso, bisognerà prima o poi intervenire.
Si sarebbe corso lo stesso se a morire fosse stato un pilota della MotoGP?
Io credo di no, ma per un semplice motivo di "tempistica", perché già è difficile correre poco meno di due ore dopo aver saputo della morte di un pilota, ma di un'altra categoria, che i piloti della MotoGP conoscevano appena, mentre credo sarebbe stato impossibile farlo dopo aver saputo della morte di un collega che conosci perfettamente.
Si può fare qualcosa per aumentare la sicurezza nel caso di incidente come quello successo a Dupasquier?
No. Purtroppo no.
- Fabio Quartararo: "Mai pensato di non correre"
- Aleix Espargaro: "Mi sento male con me stesso"
- Franco Morbidelli: "Correre per esorcizzare la paura"
- Valentino Rossi: "Correre o non correre? Entrambe le soluzioni hanno poco senso"
- Francesco Bagnaia: "Non si sarebbe corso se fosse morto un pilota MotoGP"
- Petrucci, Oliveira e Marc Marquez: ecco la loro opinione
Rivivi il GP d'Italia 2021 sul nostro LIVE
Rivedi il commento delle qualifiche del Mugello con Zam e i fratelli Guareschi
Rivedi il commento delle prove libere del Mugello con Zam e Francesco Guidotti, Team Manager Pramac Racing