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SCARPERIA - Non l’aveva mai fatto in passato, questo va subito detto. Marc Marquez è un pilota straordinario, non ha certo bisogno del riferimento di un rivale davanti per fare un tempo.
In questo momento, però, Marc è in difficoltà fisicamente e avere un pilota da seguire diventa fondamentale. Questo è comprensibile.
Lo è molto meno, però, insistere, farlo scientificamente, rientrare addirittura nella corsia dei box pur di continuare a seguire chi gli stava davanti, in questo caso Maverick Vinales. Sinceramente brutto da vedere.
“Queste sono cose che fa una wild card della Moto3, non un otto volte campione del mondo”, sintetizza perfettamente Roberto Locatelli.
Diciamo la verità: se la poteva risparmiare, sopratutto considerando che, come dice lui, non è nelle condizioni per conquistare un risultato importante. Ma allora, perché fare una brutta figura così - su questo credo saranno tutti d’accordo: si è trattato di una pessima figura - per un posto di poco prestigio?
“Ho visto Vinales qui nel posto delle interviste e mi sono subito scusato con lui, non sono stato completamente corretto, ho capito la sua arrabbiatura. Ma tante volte è capitato a me, sono stato io a essere seguito: è dentro le regole, fa parte del gioco.
Purtroppo non sono a posto, ho dovuto fermarmi prima della fine delle FP4, non sentivo bene la moto. Prima delle Q1, ho visto che Vinales era il più veloce, per questo ho seguito lui, non per altri motivi”. Insomma, una strategia studiata a tavolino: ancora peggio…
Poi Marc parla della sua giornata.
“Mi sento più veloce, ma ho poca forza nei cambi di direzione. La spalla mi fa male, ho dolore a tutto il collo, il mio unico obiettivo è solo finire la gara, non mi interessa in quale posizione”.
Nonostante questo, però, non si è fatto problemi a infastidire un pilota più veloce di lui. Difficilmente giustificabile.
Poi Marquez puntualizza la sua situazione, allontana tutte le ipotesi di un ulteriore stop.
“Il braccio destro va meglio, ma sono limitato in alcuni movimenti, bisogna capire perché. Non è una conseguenza della frattura dell’omero, ma tutta la zona soffre, è infiammata, stanca. Anche a Barcellona, per le caratteristiche della pista, dovrò soffrire, ma non siamo nella situazione di doverci fermare”.
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