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Dopo i test, dopo le dichiarazioni, dopo le conferenze stampa, finalmente si torna in moto per le FP1 e le FP2 del GP del Qatar. Ormai si è detto tutto, anche 1.000 volte. Proviamo a fare un riassunto alla vigilia della prima gara della stagione.
Miller. Non ci sono dubbi, è quasi un plebiscito. E Jack, da buon australiano, non fa una piega: apparentemente è calmo e tranquillo.
Ducati, perlomeno in Qatar. E oltre a Miller, anche Bagnaia e Zarco si sentono forti. Un podio tutto Ducati? Ci può anche stare.
Date le premesse, viene da dire l’ingegnere Gigi Dall’Igna: anche un secondo posto verrebbe considerato come una sconfitta. E’ chiaro che sarebbe sbagliato, ma è così che funziona.
La Suzuki. Perché i risultati dei test non sono stati apparentemente esaltanti. Ma entrambi i piloti non hanno dubbi: “Il nostro potenziale è molto più alto di quanto si sia visto, abbiamo provato tanto materiale. Siamo pronti”.
Anche in questo caso, è quasi un plebiscito: “Joan Mir è il campione del mondo, in partenza è lui il pilota da battere”.
Franco Morbidelli. Perché tutti dicono: come pilota può vincere il titolo, ma ce la può fare con la Yamaha meno evoluta? Una scusa, però, che il Morbido non vuole avere: “Ho tutto quello che serve per fare molto bene”.
Terzo plebiscito: in molti indicano Pol Espargaro come uno dei possibili protagonisti, già per la prima gara. Considerando i precedenti, sarebbe una sorpresa (ma non per me…).
Non c’è, ma, come è giusto che sia, si parla un casino di Marc Marquez, di quando tornerà, di come sarà, che possibilità ha di giocarsi il titolo. I pareri, in questo caso, sono discordanti.
In questo momento, sicuramente la KTM: in Qatar nessuno - nemmeno i piloti - la mette tra le candidate per il podio.
Sicuramente l’Aprilia, grazie alle concessioni. Ed è anche la più attesa, dopo quanto fatto nei test: si spera in una conferma importante. Perché sai che bello se le Case competitive fossero sei invece di cinque…