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Le statistiche rimarcano, senza pietà, un dato conosciuto da tempo. Pilota più vecchio della MotoGP: Valentino Rossi, 42 anni e 40 giorni (domenica, quando si correrà il primo GP del 2021).
Tra lui e il più giovane dello schieramento (Iker Lecuona, 21 anni e 81 giorni), ci sono poco meno di 21 anni di differenza. La statistica continua imperterrita: otto dei piloti della MotoGP sono nati dopo il 31 marzo 1996, giorno del debutto di Valentino nel motomondiale (GP Malesia, classe 125). Ma il bello di Rossi è che se ne frega di tutto questo, continua felice come quando era un ragazzino al debutto.
“L’atmosfera del giovedì prima della prima gara è sempre incredibile ed emozionante. Ci si ritrova tutti insieme per la foto di gruppo, capisci che sta per iniziare un’altra stagione. Sono in una squadra nuova e mi sento bene; i test sono stati abbastanza positivi, vediamo cosa succederà in gara”.
Con Valentino, ormai è un classico: qualcuno, prima o poi, gli chiede cosa farà l’anno prossimo. Anzi, più nel dettaglio, qual è la percentuale di vederlo ancora in pista? Rossi risponde sempre allo stesso modo. “La percentuale non la so. Io vorrei continuare, ma tutto dipende dai risultati”.
Non se ne esce da questa cosa, sicuramente gli verrà chiesto anche al prossimo GP, a quello dopo ancora, a quello dopo ancora… E lui risponderà sempre allo stesso modo: “Tutto dipende dai risultati”.
Certo, da quando ha iniziato è cambiato tutto: avversari, moto, gomme, elettronica, paddock, tecnici. Tutto. “Meglio non pensarci, 26 stagioni sono un’infinità. Anch’io, naturalmente, sono cambiato molto, sono più vecchio, ma provo le stesse sensazioni. E, soprattutto, la passione per la moto e la MotoGP è la stessa, quando esco dal box per la prima volta l’emozione è la medesima”.
E’ questo che lo fa andare avanti, oltre alla capacità di trovare sempre nuovi stimoli. “Avere Franco Morbidelli come compagno di squadra è bellissimo, perché lui è un mio grande amico e nella seconda parte del 2020 ha dimostrato di essere uno dei piloti più forti della MotoGP. Per me è un bello stimolo. In pista non siamo amici: il compagno di squadra è sempre il primo avversario da battere. Sarà difficile, spero ci saranno delle belle sfide tra di noi”.
Nell’ambiente si parla tanto di una serie-documentario stile quello della F.1: Rossi è favorevole.
“Sarebbe bello, non solo per gli appassionati che possono vedere cosa accade dietro le quinte, ma anche per far conoscere di più questo sport a chi non lo segue”.
Che la 26esima stagione abbia inizio.