MotoGP 2021. GP delle Americhe a Austin. Andrea Dovizioso: "Ci vuole tempo per capire la moto"

MotoGP 2021. GP delle Americhe a Austin. Andrea Dovizioso: "Ci vuole tempo per capire la moto"
Il forlivese sottolinea come i suoi rivali abbiano automatismi che lui non può avere: “Non sono stato fuori così tanto, ma a Misano gli altri avevano già disputato 13 GP: fa la differenza. Ma le mie difficoltà sono dovute soprattutto alla mancanza di conoscenza della M1: queste gare sono importantissime”
30 settembre 2021

Come è solito fare, Andrea Dovizioso sta molto attento quando esprime certe opinioni, soprattutto se l’argomento è delicato come quello della sicurezza.

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“Bisogna mettersi con calma e fare ragionamenti coinvolgendo più persone, con esperti di ogni settore: con chi corre, con chi fa i regolamenti, con chi costruisce le piste, e così via.

Purtroppo, nonostante siano stati fatti grandi passi in avanti per la sicurezza, non c’è soluzione per le cadute dove il pilota rimane in pista, perlomeno non c’è in questo momento. Per questa dinamica non puoi fare niente sulle piste, ma io credo anche che ci si dimentichi quanto può essere facile che accada una cosa così: forse ne succedono anche poche per quanti rischi prendiamo e per quanto si spinge.

Forse si potrebbe fare dei ragionamenti sull’età, ma non voglio entrare nel merito, non sono uno che spara a caso. E’ vero che si anticipa tanto, ci sono sempre più giovani che corrono, c’è meno esperienza e più voglia di arrivare alla svelta, ma è anche vero che ci sono piloti più esperti che non hanno gli atteggiamenti giusti.

Ho la mia idea, ma “sparare” senza essere costruttivi conta poco. E per cambiare l’età bisognerebbe fare un discorso a lungo termine, non si possono cambiare le cose da un giorno all’altro quando in ballo ci sono investimenti importanti”.

Si torna a parlare della gara: Dovi, ancora una vota, sottolinea l’importanza di questi GP.

“E’ importantissimo per me disputare queste cinque gare ed è stato buono aver effettuato due giorni di test dopo la gara di Misano. Credo che per gli ingegneri sia importante parlare anche con me per lo sviluppo, perché posso dare dei riscontri facendo un paragone con le moto che ho guidato in passato. Tutti i piloti Yamaha hanno grande esperienza, ma non è facile capire i punti forti della altre moto da fuori: per questo credo che sia importante il riscontro che posso dare agli ingegneri. E’ vero che non guido la moto 2021, ma credo anche che il DNA sia lo stesso”.

Scommetteresti su Marquez favorito?

“Se nel 2020 avessi scommesso alla vigilia di ogni GP sul vincitore, avrei perso un sacco di soldi… Credo che qui Marc possa essere molto competitivo, ma temo per lui che faticherà fisicamente, perché questo è uno dei circuiti più duri sotto questo aspetto. Probabilmente se la potrà giocare, ma sarà dura per lui”.

In passato qui c’erano tante buche: per la Yamaha possono essere un elemento positivo o negativo?

“Non so, sono curioso di vedere come si comporta la moto qui, su una pista molto differente da Misano: questo è sicuramente un aspetto positivo per il mio adattamento alla M1. Credo che le buche possano non essere così male per la Yamaha, ma non dimentichiamo che questo è un circuito un po’ strano, usato poco: non so in che condizioni è”.

Se tu fossi tornato in pista con la “tua” Ducati e la “tua” squadra, avresti avuto meno difficoltà, o sarebbe comunque complicato tornare a correre dopo tanto tempo?

“In realtà non sono stato fuori così tanto, ma gli altri piloti avevano già disputato 13 GP e hanno quegli automatismi che io non ho. Questo ti permette di fare la differenza nei dettagli in alcune situazioni, per esempio quando vai a fare la qualifica. Non credo di essere stato in difficoltà per essere stato fuori, è stato più che altro disputare la prima gara dell’anno, contro le 13 degli altri. Se fossi rientrato con la Ducati, avrei probabilmente faticato di meno: il risultato di Misano è dovuto a una moto tutta nuova e da scoprire”.

La F.1 correrà in Qatar: cosa ne pensi?

“Che ci rovineranno anche quella pista… Vanno talmente forte in curva, che inevitabilmente rovinano l’asfalto”.

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