MotoGP 2021. GP di Algarve. Pedro Acosta è campione mondiale

MotoGP 2021. GP di Algarve. Pedro Acosta è campione mondiale
Con la rocambolesca gara di Portimao, Pedro si laurea campione del mondo della Moto3. Un anno dopo aver trionfato nella Rookies Cup, da debuttante nel mondiale e con una disinvoltura da campionissimo
7 novembre 2021

Pedro Acosta (quasi) come Loris Capirossi. E’ lo spagnolo di Mazarron, nato il 25 maggio 2004, l'unico che in trent'anni riesce ad avvicinarsi al titolo di più giovane campione del mondo della storia del motomondiale. Capirossi aveva 17 anni e 165 giorni quando conquistò il titolo della 125 con la Honda Pileri, nel lontano 1990 a Phillip Island. Pedro, nella giornata del suo titolo mondiale Moto3, per solo un paio di giorni non riesce a strappare il record a Loris.

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Anche Capirossi, quando debuttò in quel 1990, era il “baby prodigio”. Sport Production, poi 125 GP, quarto nel Campionato Europeo del 1989 prima di passare alla Honda RS 125 mondiale. Trovò nel team l’esperto Fausto Gresini, dovette vedersela con specialisti quali Stefan Prein, Hans Spaan, Doriano Romboni e Jorge Martinez. Nel GP d’Australia l’imolese conquistò il primo dei tre titoli in carriera.

Pedro Acosta è sembrato un predestinato anche più di Capirossi, i tempi sono diversi e tante in più le possibilità di emergere fin da ragazzini: campione spagnolo PreMoto3 nel 2017, il CEV Moto3 dal 2018 al 2020, anche la Red Bull Rookies Cup a partire dal 2019. Un anno fa, alla seconda partecipazione, centrò la vittoria nella Rookies Cup con sei successi parziali, approdando al mondiale senza timori reverenziali nei confronti di specialisti come Fenati, Foggia o Masia, per citarne alcuni. Una bomba, esplosa immediatamente fin dalla prima gara.

Origini modeste

Come Capirossi, anche Pedro ha origini modeste. Mazarron è una cittadina sulla costa della Murcia, 140 chilometri sotto Alicante. Spiagge rinomate, tanto turismo estivo. Il padre è un pescatore, Pedro ha due sorelle maggiori, Maria e Miriam. Anche lui salito prestissimo sulla moto, per la prima volta all'età di cinque anni, quando papà gli procura una moto da cross. Ma è tutto sbagliato: Pedro passerà presto alla velocità.

La KTM del team Ajo è diventata subito sua. La confidenza, il controllo assoluto, le micidiali staccate lo hanno eletto immediatamente sopra lo standard. Jaume Masia, il suo compagno di squadra, è veloce ed esperto; ma il confronto con il rookie è micidiale. E pensare che in Qatar, nel primo GP, proprio Masia era stato l’unico a stargli davanti: Pedro secondo classificato, in volata, staccato di soli 42 millesimi. Poi ciao: Jaume annichilito, non ha più vinto una gara.

La vittoria al secondo GP, sempre a Doha. Forse ricorderete l’eccezionalità dell’impresa. Penalizzato, costretto a partire dalla corsia dei box, Pedro rimonta come una furia e vince davanti a Binder, Antonelli e Migno. Nessuno, in Moto3, aveva mai fatto un’impresa del genere…

Lì Pedro esplode in tutta la sua forza e vince tre GP di seguito, primo anche a Portimao e a Jerez, poi a Le Mans cade sul bagnato e chiude comunque all’ottavo posto, al Mugello è ottavo dopo la penalizzazione per uno sconfinamento, è settimo in Catalogna a 380 millesimi dal primo. La Moto3 è fatta così, è molto tosta per tutti.

Ma Acosta macina risultati, è molto sicuro di sé, riprende a vincere al Sachsenring e ad Assen è quarto. Ma che quarto: nelle FP3 è coinvolto nel terribile incidente con tre piloti, i medici lo fermano per le qualifiche, è fit solo per la gara. E in Stiria trionfa davanti a Garcia con un sorpasso magistrale alla penultima curva.

Un finale meno facile del previsto

L’ultima parte del mondiale non è facile, per lui. Dopo il quarto posto nel GP d’Austria, cominciano i problemi: undicesimo a Silverstone, a secco ad Aragon per una caduta a quattro giri dalla bandiera a scacchi, settimo e lontano dai primi a Misano1, ottavo ad Austin in coda al gruppo di testa.

Con un vantaggio in classifica così consistente, forse nel timore di commettere errori o essere coinvolto in qualche disavventura, Pedro Acosta ha chiuso la stagione in modo molto differente da come l’aveva iniziata, anche se a Portimao ha corso da vero campione, determinato e pensando a vincere. Ha solo diciassette anni, si può benissimo concedergli una fase di difficoltà. Ma è qui l’unico dubbio: saprà reggere la pressione che tutta l’improvvisa fama gli ha riservato e gli riserverà?

L’anno prossimo Pedro farà il salto in Moto2, sempre con il team Ajo e con compagno di squadra Augusto Fernandez, ventitrè anni e tanta esperienza. I due sostituiranno i talenti che nella stagione hanno fatto meraviglie, cioè Raul Fernandez e Remy Gardner passati in blocco alla MotoGP. Pedro Acosta farà un’altra impresa? Sono in tanti a scommetterci.

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