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Ormai lo sta dicendo in ogni modo: la spalla non è del tutto guarita. Una ammissione che Marc Marquez non fatica ad esprimere, visti anche i risultati in pista, ma che non lo preoccupa particolarmente. Anche se, come aveva accennato di recente pure suo fratello Alex, adesso c’è un problema in più che sembra rallentare ulteriormente il percorso di guarigione e che, se non risolto in fretta, potrebbe persino portare ad un ulteriore stop. Ieri, nelle dichiarazioni che precedono il GP della Catalunya e anche in una intervista a DAZN, Marquez è tornato a parlare dei suoi guai, entrando più nel dettaglio: “Sapevamo che la spalla avrebbe sofferto, soprattutto dopo l’operazione che ho fatto a fine 2019 – ha spiegato - C'è un'infiammazione all'interno dell'articolazione, un fluido denso che è ciò che è più difficile da capire. E’ quello che forse ora sta comportando questi disagi e quella rigidità all'interno della spalla, che è quello di cui mi lamento quando vado dal dottore".
L’otto volte campione del mondo ha anche ammesso di aver concretamente preso coscienza di quanto la sua carriera sia stata a rischio solo di recente, aggiungendo, quindi, di essere disposto anche a sacrificare qualche altra gara pur di tornare al 100% e consentire al suo corpo di ristabilirsi in pieno. Ma solo se e quando ce ne sarà bisogno, spiegando che adesso la situazione è comunque sotto controllo. “L'osso non è ancora al 100%, il corpo lo sa e ne condiziona le prestazioni del braccio. Ma tutto è in una progressione ascendente, molto lenta ma in salita. È l'importante – ha affermato - Non è una situazione che mi piace – ma sono a un livello accettabile per iniziare a testare le cose, sarà importante vedere se possiamo testare qui lunedì per prepararci al 2022. È un anno di transizione, mi aspettavo che costasse meno dopo l'infortunio, ma mi sta costando . Ho parlato con ex piloti che hanno riportato ferite gravi e hanno avuto la mia stessa mentalità, ed è costato anche a loro: andare avanti piano piano per trovare la strada giusta”.
Un percorso già tracciato, quindi, che richiederà tempi magari anche lunghi, ma che non sembrano creare in questo momento particolari apprensioni. Più disorientante, invece, sembra essere la situazione della RC213V che Marquez porta in pista. “Honda ha sempre avuto una moto difficile negli ultimi anni, ma vincente –ha spiegato l’otto volte campione del mondo - Io credo che sia ancora così quest’anno, il potenziale c’è. Nel 2020, io non c’ero, Crutchlow non era al suo solito livello, forse abbiamo perso un anno rispetto ai nostri rivali, ma Honda sta lavorando per migliorare. E’ una moto che se soffri fisicamente fai fatica a sfruttarla, ma se sei a posto, puoi vincere gare. Ho iniziato con il set up usato dai piloti dopo gli sviluppi del 2021, ma non mi trovato. Allora sono tornato alla 2020, un po’ meglio, ma non mi sento ancora bene. Adesso cambio modo di guidare un turno con l’atro, mi sembra che cambi la moto, ma cambia solo il mio stile di guida. Ci sono tante cose da capire e accettare: è un approccio che devi accettare se vuoi raggiungere l’obiettivo di tornare competitivo”.