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Montmelò - In grande difficoltà. Purtroppo non è la prima volta in questa stagione, ma fa comunque sempre effetto vedere Valentino Rossi così indietro in classifica.
“Nelle FP1 ero solo 15esimo, ma non avevo cambiato gomme: mi sentivo abbastanza bene sulla moto, avevo buone sensazioni. Per le FP2, però, abbiamo cambiato il bilanciamento della moto, spostato i pesi per migliorare in frenata, ma ho perso troppo in entrata, ero lento, non riuscivo più a guidare la moto. Nelle libere di domani mattina dovremo tornare a una moto più simile alle FP1”.
I problemi del pomeriggio ti hanno un po’ sorpreso?
Sì, sono stato un po’ sorpreso, non riuscivo più a guidare bene, ero molto lento in inserimento.
L’assetto è quello del Mugello?
Nelle FP1 ero simile al Mugello, con i normali adattamenti per le caratteristiche di questa pista. Poi non so nel dettaglio.
Ma è normale dopo tanto tempo non avere ancora una base sulla quale lavorare?
In realtà, gli spostamenti fatti tra le FP1 e le FP2 sono movimenti normali, soprattutto il venerdì.
E rispetto al 2020, quando eri stati competitivo?
Non lo so, ma la moto è differente stiamo seguendo un’altra strada. E anche la temperatura è differente dal 2020, quando avevamo corso in ottobre, così come le gomme: l’anno scorso avevamo corso con la soffice, domenica si userà o la media o la dura.
Morbidelli è stato efficace con la dura, ci stai pensando?
Solitamente a me piace di più correre con la dura, ma a volte non riesco a usarla. Oggi Franco e altri piloti sono stati molto efficaci: domani sarà una buona idea provare la mescola più dura.
Come si lavora quando c’è così poco grip?
Le gomme soffrono molto, perché qui ci sono tante curve veloci e lunghe, si sta tanti piegati e per questo gli pneumatici vanno in crisi. E’ una caratteristica di questa pista: qualcosa puoi fare, ma non più di tanto con la messa a punto, ci devi convivere.
Per la prima volta, ti è stato messo il cardio frequenzimetro.
Me l’hanno chiesto, è interessante anche per noi, per capire anche come prepararsi. Ero tra i 150 e 160 battiti, non è male. Ci alleniamo per avere più o meno quei battiti, sono in linea con le aspettative. Negli ultimi anni, si è capito come quello dei battiti cardiaci dipenda molto da atleta ad atleta, non è che chi li ha più bassi sta meglio e fa meno fatica. L’importante è stare tra 145 e 160 battiti.