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I piloti italiani non hanno dubbi. Franco Morbidelli, Pecco Bagnaia e Valentino Rossi indicano in Marc Marquez come il pilota da battere al Sachsenring. E lui, Marc Marquez, cosa dice?
“Questa è la pista dove dovrei stare meglio: mi aspetto di non avere limitazioni fisiche per quanto riguarda il braccio e la spalla, perché qui ci sono quasi solo curve a sinistra. E’ chiaro che la situazione non può essere completamente differente rispetto all’ultimo GP, ma sono molto più fiducioso. E’ chiaro che mi sarebbe piaciuto arrivare qui in un altro momento, ma credo che con meno problemi fisici si possa capire meglio dove siamo, qual è la nostra situazione”.
A Barcellona sei caduto subito in gara, ma stavi andando forte, mentre nei test di lunedì hai girato tantissimo: anche questi sono segnali positivi?
I sette giri del GP mi hanno dato più tranquillità, anche se è vero che quando provo a spingere più forte, cado. Significa che quello non è ancora il mio livello. Ma ancora più importanti sono stati i test di lunedì. E’ stata una giornata fondamentale per la Honda, ma ancora di più per me, perché ho potuto finalmente guidare senza nessuna pressione, senza pensare al tempo sul giro, raccogliendo più informazioni possibili. Per due giorni dopo il test ero distrutto, ma venerdì sono già potuto tornare in sella con una moto da “flat”: significa che sto recuperando.
La Honda, però, sembra in grande difficoltà.
Sicuramente non è il momento migliore per la Honda, stiamo faticando di più, ma per quanto riguarda la mia parte del box io non sto aiutando la moto. E la moto non sta aiutando me… Così diventa complicato fare risultato. Ma insieme stiamo lavorando per migliorare le prestazioni sia mia sia della moto: l’obiettivo è avere un buon pacchetto per il 2022.
D’accordo, la situazione attuale è complicata dalle tue condizioni fisiche; ma al di là di questo, non sono stati fatti degli sbagli in passato? Non è stato un errore perdere uno come Pedrosa, considerando quanto sta facendo in Ktm?
Io credo che il test team stia lavorando molto bene con Stefan Bradl, che nel 2020 ha fatto il pilota a tempo pieno, arrivando spesso vicino ai dieci. E’ vero che gli avversari crescono, vanno avanti, ma lo fa anche la Honda: il 2020 è stato un anno difficile per tanti motivi, sono mancati i piloti veloci, perché io non c’ero, Crutchlow ha reso meno che in passato e mio fratello era un debuttante. Quest’anno ne paghiamo le conseguenze, ma io credo che nella seconda parte della stagione possiamo tornare sulla strada giusta ed essere poi competitivi nel 2022.