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Marc Marquez è tornato alla vittoria nel suo regno: al Sachsenring è il suo 11esimo successo consecutivo: "Non ho ancora realizzato questo momento, dopo una fase tanto dura della mia carriera. La mia famiglia, i medici, la mia squadra: tutti mi hanno aiutato ad essere qui oggi, in tale posizione. Da solo non ce l'avrei fatta. E ringrazio anche la Honda per il rispetto avuto nei miei confronti. Questo primo posto è importante per tutta la famiglia Hrc".
Marc, quanto è importante la giornata odierna all'interno della tua carriera?
"Difficile dirlo. Ogni giorno è diverso. Vincere un Mondiale, per esempio, ti dà altre sensazioni. Quello che posso dire è che ciò che ho vissuto nell'ultimo periodo mi fa sentire oggi ancor più orgoglioso di quanto fatto in tutta la mia carriera. Certo, vincere qui è stato importante, ma il recupero prosegue, non posso festeggiarlo come un punto d'arrivo".
Quando hai capito che potevi vincere?
"Sapevo che oggi avrei avuto una grande chance, anche se non era facile da un punto di vista mentale arrivando da una situazione difficile. Mi sono detto però: devo provarci. Devo stare il più vicino possibile ai piloti delle prime posizioni. Poi quando dopo quattro/cinque giri è caduta qualche goccia, ho pensato: ok, questa è la mia gara e ho tenuto lo stesso passo che avevo prima. La stessa cosa è avvenuta in occasione del secondo lieve scroscio. Lì ho voluto prendermi dei rischi. Se fossi caduto oggi sarebbe stata dura a livello di pressione nei miei confronti. Nella seconda parte di corsa, invece, ho dovuto gestire il ritorno di Miguel (Oliveira, n.d.r.). Non è stato facile concentrarsi in quegli istanti. Però ce l'abbiamo fatta".
Quali sono stati i segreti di questo ritorno?
"Due elementi sono stati di recente molto significativi. Il primo risale al GP del Mugello. Lì ho avuto modo di incontrare Mick Doohan. Gli ho detto: voglio parlare con te, tu hai avuto un problema simile al mio tra il 1992 e il 1993. Parlando con lui ho capito molte cose. Siamo stati 30 minuti al telefono. Io non parlavo, ascoltavo e basta e mi riconoscevo in ogni cosa, in ogni difficoltà. Martedì Alberto Puig mi ha telefonato e mi ha detto: Marc, domenica devi vincere, lo sai? Io mi sono messo a ridere, arrivavo da 3 cadute, al Mugello, a Le Mans e al Montmelò. Però già da venerdì sono sceso in pista determinato per le FP1. In secondo luogo fondamentale è stata la giornata di test a Barcellona, il giorno dopo la gara. Lì ho potuto guidare tranquillo e ho imparato molto sulle gomme di questa stagione".
Per le prossime gare come ti senti?
"Oggi abbiamo vinto, ma in Olanda credo tornerò a un livello inferiore. Qui la pista nascondeva i miei problemi fisici. C'erano tante curve a sinistra, anche se non sono riuscito ad affrontare nemmeno quelle al 100%. Certo, non avevo mai sofferto fisicamente così poco finora".
Il momento più difficile qual è stato dopo le operazioni subite?
"Durante le operazioni ero comunque convinto di tornare competitivo come prima. Il momento più difficile è stato quando sono tornato in sella a Portimao. Lì ho capito che la strada per tornare il Marc di prima era molto, molto lunga".
Quanto stai pensando al titolo 2021?
"Sinceramente, non mi interssa. So già che non lo vincerò, a questo punto non mi importa finire secondo, terzo, quinto o settimo. Chi ha finito secondo, non so, nel 2005? Qualcuno se lo ricorda? No. In campionato conta solo il primo posto".
La vittoria di oggi è più importante per l'uomo Marquez o per il pilota Marquez?
"Per l'uomo. Il pilota è ancora di là da venire".
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