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Prima un contatto con Jorge Martin alla 7, quindi una entrata di Marc Marquez alla 8 sullo spagnolo della Ducati. Risultato: entrambi i piloti a terra, gara finita pochi secondi dopo l’inizio. Marquez, onestamente, si prende tutta la colpa.
“Sono andato subito a scusarmi con la squadra, ma Martin non era nel box. Allora sono andato in hospitality, l’ho trovato e gli ho detto che è stata completamente colpa mia.
Purtroppo c’è stata una serie di elementi che si sono concatenati. Alla curva 7 c’è stato un normale contatto con Jorge, poi alla 8 ho visto Quartararo e Martin frenare lunghi e ho fatto un errore di valutazione, sono stato troppo ottimista ero convinto di poter entrare, ho sbagliato la frenata.
Ho chiesto subito scusa, è brutto quando coinvolgi un altro pilota, è dura accettarlo psicologicamente, così come è difficile digerire che non riesci a fare cose che prima ti venivano facilmente. Martin ha accettato le scuse”.
Tre cadute in tre giorni, tante: colpa della spalla?
“E’ vero che non posso guidare come prima, ma le cadute sono differenti. Nelle FP1 sono caduto a forte velocità perché la gomma era fredda, mentre quella del warm up è stata strana: ero lento, ho avuto un saltellamento della moto e mi ha sorpreso. Quella in gara, come detto, è stato un errore di valutazione, nel primo giro bisogna stare più attenti. Bisogna accettare la realtà, ma non è facile psicologicamente: non bisogna mollare, continuare a lavorare per progredire”.
Il mondiale è finito?
“Non puoi mai dire che è finito quando mancano così tante gare, ma Quartararo è il più veloce in pista: scommettevo su di lui già qualche GP fa, figurarsi adesso”.
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