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MISANO ADRIATICO - Piange, ride, piange nuovamente. Fabio Quartararo, il primo campione del mondo francese, è un turbinio di emozioni: quando Sky lo mette in collegamento, in diretta, con mamma Martine e papà Etienne, Fabio fatica a dire due parole consecutive, la commozione è ai massimi livelli.
Poi, ecco la conferenza dedicata al campione del mondo: Quartararo risponde alle domande e, di tanto in tanto, giù una sorsata dal bottiglione da 5 litri di prosecco. “E’ passata poco più di un’ora da quando ho tagliato il traguardo e sono già senza voce… Ho urlato tanto, ho pianto, ho pensato ai momenti più duri della mia carriera. E adesso sono campione del mondo della MotoGP: è un sogno che si realizza, ma ancora non ero pronto”.
Quali sono stati i momenti più difficili?
“Sicuramente il 2016 (13esimo con la Ktm in Moto3) e il 2017 (13esimo con la Kalex in Moto2). Ma è in Argentina nel 2018 che ho toccato il fondo: ero 28esimo, vicino alla Safety Car, ho temuto che perfino la macchina mi superasse in gara… Quella gara, però, mi ha svegliato, ho capito che il mio stile non funzionava e ho detto alla squadra (il team Speed UP di Luca Boscoscuro, che sarà alle 20.45 ospite della diretta di Moto.it, NDA) che bisognava cambiare, anche a costo di ipotecare un po’ di tempo. Da lì in poi ho finito tutte le gare nei dieci, a parte Brno, ho vinto a Barcellona, ho fatto podio ad Assen. E’ stata la svolta”.
La gara di oggi è stata complicata?
“Non mi ero mai trovato in questa situazione, in MotoGP non avevo mai fatto peggio di 11esimo in qualifica, mentre oggi partivo 15esimo in una delle gare più importanti della mia carriera. E c’era la possibilità che piovesse: questa mattina mi sono svegliato alle 5, ho controllato il meteo e mi sono riaddormentato solo quando ho capito che sarebbe stato bello”.
Eri sotto pressione, quindi?
“Sì, sentivo lo stress, mi sono venute in mente le ultime gare del 2020, quando volevo solo che finisse la stagione. Quella esperienza mi ha aiutato a conquistare questo titolo, mi ha fatto imparare molto”.
Però sei sembrato calmo alla vigilia.
“In questa stagione non mi sono mai arrabbiato, mentre l’anno scorso a Valencia entrai nel box urlando, mi sembrava che non funzionasse niente nella moto. Il mio capo tecnico (Diego Gubellini, NDA) mi ha fatto capire che dovevo spiegargli le criticità per permettermi di aiutarmi. Ad Assen, in questa stagione, in prova prendevo più di un secondo da Vinales, ma non ho mai perso la calma: poi ho vinto la gara. Questo atteggiamento mi ha aiutato nei momenti difficili, come è successo ieri dopo le qualifiche: ho accettato la situazione e oggi sono campione del mondo”
Nel 2020 hai sofferto più che nel 2019, nonostante le vittorie: come mai?
“Avevo lottato tanto per avere una Yamaha ufficiale, ma c’era qualcosa che non funzionava, alla fine era meglio la M1 2019. Fortunatamente con la 2021 sono tornato alle sensazioni di due anni fa, ho subito avuto fiducia nell’anteriore, anche oggi mi sono divertito a guidare nonostante abbia fatto una scelta di gomma anteriore conservativa”.
Qual è stata la tua migliore qualità per vincere il titolo?
“La consistenza: ho avuto un andamento simile al 2019, ma con più velocità”.
Ti aspettavi di conquistarlo oggi?
“No, prima di partire avevo detto al team che l’obiettivo era di non perdere più di 15 punti in caso di successo di Bagnaia. Ero quarto, quindi avrei preso 13 punti, stavo centrando l’obiettivo. Poi lui è caduto e non mi piace vincere il titolo così, ma si è trattato solo di un episodio nell’arco di un campionato. Anche grazie a Pecco sono migliorato, mi ha costretto a spingere sempre più forte, come ho fatto io con lui”.
Qual è stato il momento chiave della stagione?
“Il Mugello: Bagnaia era fortissimo, pensavo vincesse, invece è caduto. Lì ho preso consapevolezza di poter conquistare il titolo”.
Quanto è stata importante la tua famiglia?
“Solitamente preferisco avere poca gente attorno, ma per questo GP ho voluto che ci fossero mia mamma, mio papà, mio fratello e sua moglie. Sono stati molto importanti, in questi giorni faticavo perfino a mangiare. Verranno anche a Portimao, non sapevo se ce l’avrei fatta oggi: ma là sarà tutto più rilassato, potremo goderci il GP insieme”.
La classifica dice che Quartararo è il pilota più forte del mondo; la Yamaha è la migliore MotoGP?
“Non ho guidato altre moto, non lo posso sapere, ma sentendo i commenti degli altri piloti sembrerebbe di no. Per me, in ogni caso, la M1 è un’ottima moto, anche se fatichiamo in alcuni settori. Sicuramente bisogna lavorare, ci manca potenza: in alcune piste, come questa di Misano, fatichiamo a superare. Ma so che Yamaha sta lavorando tanto”.
Hai ricevuto anche i complimenti da Jorge Lorenzo: molti dicono che la tua guida è simile alla sua.
“E’ stato speciale ricevere i suoi complimenti. Il mio stile di guida era già vicino al suo nel 2019, ma negli ultimi due anni l’evoluzione della Yamaha ti obbliga a essere più aggressivo”.
Hai vinto il titolo nel giorno dell’ultima gara in Italia di Valentino Rossi.
“Oggi è stato un momento speciale per Vale, ma lo è stato anche per me. Quando ho finito le mie celebrazioni, tornando ai box ho trovato Valentino: eravamo solo io e lui in tutta la pista. E’ stato un momento speciale, si è congratulato con me, lui è stato uno dei miei riferimenti”.
Quanto è stata dura arrivare fin qui?
“Molto. Mio papà lavorava da lunedì al venerdì, poi mi portava insieme a mio fratello ad allenarmi sabato e domenica. E mia mamma rimaneva a casa da sola. Poi ci siamo trasferiti in Spagna, è difficile quando sei un ragazzino. A 14 anni ti senti grande, ma non sei così maturo: credo però di aver lavorato bene”.
Come ti sei sentito quando hai provato la MotoGP?
“Non riuscivo a guidare, la moto era troppo potente, mentre adesso chiedo più cavalli… Fortunatamente sono progredito passo dopo passo, dopo ogni giorno ero sempre più vicino ai primi”.
Fabio, complimenti, sei campione del mondo!
“Ancora non ci credo. Poi guardo il casco speciale, l’1 sulla Yamaha, le magliette celebrative: è qualcosa che non dimenticherò mai nella mia vita. A 22 anni sono campione del mondo della MotoGP, è un sogno che si avvera. Il prossimo, è conquistare un altro titolo”.
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