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JEREZ - Non è stata una giornata semplice per Marc Marquez, caduto violentemente nelle FP3 alla curva 7 (“prima o poi doveva accadere, ma ho scelto il peggior punto per scivolare”), tornato in pista nelle FP4 dopo accertamenti all’ospedale e in difficoltà in Q1, tanto da non riuscire a conquistare l’accesso in Q2.
Domani scatterà con il 14esimo tempo, proprio dietro al compagno di squadra: il suo passo non è male, ma è difficile pronosticare una grande rimonta.
“Sapevamo che primo o poi sarebbe arrivata la prima caduta: ho scelto uno dei peggiori punti del circuito… Ma quando spingi così forte per un giro, ci provi: ieri ero stato più conservativo, oggi ci ho provato. L’impatto con l’air fence è stato ad alta velocità, ma grazie all’air fence sono qui… Subito ero un po’ preoccupato, perché non ricordavo bene cosa fosse successo, ero un po’ confuso: per questo motivo sono stato in ospedale per un controllo. Nelle FP4 ho potuto guidare bene, ma la caduta ha condizionato le qualifiche: ho scelto la gomma soffice per la caduta, non perché era quella giusta, ma per avere più feeling in curva. Ma è stata una scelta sbagliata, dettata dal feeling e non dalle prestazioni. Peccato, perché potevo fare molto meglio. Oggi per la prima volta ho sentito di poter guidare la moto più correttamente”.
La caduta non è stato il solo rischio, ma hai avuto altri momenti difficili durante le FP: come mai?
“Credo che se non guidi al limite, non puoi sistemare bene la moto. Oggi l’ho fatto per la prima volta e dobbiamo adattare meglio la messa a punto al mio stile. Stiamo usando una moto differente dal 2020 e non la conosco così bene. Il secondo motivo è per aver scelto la gomma soffice anteriore. Stiamo guidando con un set up molto differente dal 2020 e anche un telaio diverso, non è facile cambiare da un turno all’altro. Ci sono dei punti forti, ma perdo ancora a far girare la moto, giocando con la gomma posteriore, che è uno dei punti forti, adesso non riesco a farlo e dobbiamo lavorare su quell’aspetto”.
In ospedale hai controllato anche la spalla e il braccio destro?
“Ci siamo concentrati sulla testa e sul collo, dove ho sofferto di più per la caduta. Il braccio destro non ha avuto alcun problema, sono qui perché i dottori hanno detto che ho la stessa probabilità di rompermi il braccio destro così come il sinistro. Oggi non ho avuto alcun problema sotto quell’aspetto”.
Per uno come te, è difficile accontentarsi o sai che devi fare così?
“A Portimao ero partito come in un GP normale e ho faticato sabato e domenica, qui abbiamo cambiato strategia. Però oggi sono caduto anche perché ieri non ho messo a posto bene la moto per spingere più forte. Ma questa mattina ero contento perché mi sentivo bene e comincio a guidare nella maggior parte del circuito come piace a me. Abbiamo più potenziale, ma purtroppo non l’ho sfruttato al meglio”.
Il lato positivo è che la caduta ti ha fatto capire che il tuo corpo è a posto sotto quell’aspetto?
“E’ chiaro che con una moto puoi sempre cadere: uscire da una caduta violenta senza problemi, è effettivamente un po’ rinfrancante, ti dà fiducia per il futuro”.
La caduta ha influito sulla qualifica?
“Quando mi sono rialzato dalla scivolata ho subito pensato al braccio. E’ chiaro che una caduta così la senti, ma non mi ha condizionato nelle FP4, dove sono stato veloce con le gomme usate. Come ho detto, mi ha compromesso invece la scelta della gomma anteriore. Io tendo sempre a utilizzare uno pneumatico più duro davanti, ma questa volta non me la sono sentita. Il mio corpo, come si è visto, è pronto ad assorbire una caduta così, ma sono stato condizionato nella scelta”.
Cosa pensi della sicurezza di Jerez?
“Si va sempre più veloci, il ritmo si alza, le moto vanno sempre più forte, ma i circuiti sono gli stessi di prima. Alla 7 si cade poco, ma quando si cade può essere poco lo spazio: fortunatamente tutto è stato protetto molto bene con gli air fence. Ma tanti circuiti hanno questi limiti, è impossibile essere sicuri al 100%. Forse vanno cambiati un paio di punti, si sta facendo il massimo possibile”.