MotoGP 2021. GP di Spagna a Jerez. Valentino Rossi: “Io pilota del mio team? Difficile, ma non impossibile”

MotoGP 2021. GP di Spagna a Jerez. Valentino Rossi: “Io pilota del mio team? Difficile, ma non impossibile”
L’accordo raggiunto tra la VR46 e il petroliere arabo Aramco è uno di quelli che cambia la storia del motociclismo: con Valentino, naturalmente, si parla solo di questo: “Per noi è una grande soddisfazione, ma io non sono coinvolto direttamente in questa trattativa. Non so che moto avremo"
29 aprile 2021

Si fa fatica a parlare di questo GP. “Jerez è sempre un grande circuito per me, qui ho fatto grandi risultati e nel 2020 sono salito sul podio. Dobbiamo cercare di essere più veloci e forti per tutto il fine settimana: corriamo a Jerez senza quel 'caldone' dell’anno scorso, le temperature saranno migliori, bisogna lavorare bene fin dalle FP1” è la scontata dichiarazione di Valentino Rossi sulla gara di domenica.

Per il resto si discute solamente dell’importantissimo annuncio fatto ieri dalla VR46, dall’accordo con la Dorna fino al 2026 (al posto del team Avintia-Esponsorama), con il supporto (joint venture come la definiscono da Tavullia) di Aramco, un colosso arabo petrolifero che, sembra, assicurerà alla squadra di Rossi qualcosa come 16 milioni di euro all’anno. Una enormità per il nostro mondo. Tutte le domande, inevitabilmente, sono su questo: Rossi, prima, rimane un po’ sul vago, poi entra più nel dettaglio.

“Non so molto. Abbiamo un accordo con Aramco per fare il team. In VR46 sono tutti contenti, in tanti stanno lavorando duro da 10 anni: siamo partiti con il CIV e siamo arrivati in MotoGP è qualcosa di grande. Aramco supporta tanti sport, dal calcio alla F.1, per noi rappresenta un aiuto fondamentale per fare la squadra per la MotoGP”.

Tu sei stato coinvolto direttamente nelle trattative?

No, io non ho parlato con loro, io sono ancora un pilota e penso a fare questo. E’ chiaro che sono coinvolto perché c’è di mezzo la VR46, ma non ne so di più. È bello che la VR46 sia riuscita ad aiutare tanti piloti ad arrivare in MotoGP, significa che abbiamo fatto qualcosa di buono per questo sport, ma io, ripeto, non sono coinvolto in questa trattativa. E’ chiaro che io sono il capo della VR46, ma il mio supporto finisce qui...

Con la MotoGP si chiude il cerchio della VR46?

Sono molto contento. Abbiamo sempre fatto le cose passo dopo passo: siamo partiti con l’obiettivo di aiutare i giovani piloti italiani ad arrivare al mondiale; poi abbiamo fatto l’accordo con Sky, è arrivata la Moto2, ma dopo la Moto2 il gioco cambia un bel po’. Con Aramco abbiamo avuto questa possibilità e ci siamo detti, perché no? Noi siamo appassionati di moto, seguire la nostra squadra ci ha divertito molto, ci divertiremo ancora di più in MotoGP. Credo anche che sia un buon modo per rimanere in questo mondo quando smetterò di correre.

Il team VR46 in MotoGP cambia qualcosa per il tuo futuro di pilota?

Non credo. Io deciderò durante la stagione, a seconda dei risultati. Certo, essendo io il capo mi potrebbe essere di aiuto per avere un posto in più per correre…

E’ solo una battuta, o c’è veramente questa possibilità?

Al momento sono molte di più le probabilità che io non correrò per il mio team, ma non è nemmeno detto al 100%, in MotoGP tutto cambia velocemente. Diciamo che è molto difficile, ma non impossibile. L’importante è tornare a lottare per le posizioni importanti.

Quale moto avrà il team VR46?

Stiamo parlando con Aprilia, Yamaha, Ducati e Suzuki (che però al 99,9% non farà il team satellite, NDA). Ma non so com’è la situazione, ancora non è stato deciso.

In un momento economico così complicato a livello mondiale, quanta soddisfazione ti dà aver trovato un accordo di questo tipo, così importante?

Sono molto contento di questa possibilità, senza Aramco per noi sarebbe stato molto difficile fare una squadra in MotoGP. Abbiamo trovato un supporto importante, per noi è la chiusura del cerchio: in VR tantissima gente lavora su questo progetto, ma non è bello solo per noi, lo è anche per la MotoGP e, più in generale, per tutto il Motorsport.

E’ vero che c’è la possibilità di fare un parco divertimenti “VR46”, come quello della Ferrari ad Abu Dhabi?

Sì, c’è questa possibilità. Sarebbe una bella soddisfazione.

Ma è vero che quando sei tornato in Yamaha nel 2013, nel tuo contratto è stata messa una clausola che ti impedisce di finire la carriera con un’altra moto?

Su questa cosa mi cogliete impreparato, ma non credo di aver firmato una clausola del genere. Ripeto, al momento è molto difficile che io possa essere un pilota del mio team, indipendentemente dalla moto che verrà scelta. Per me la priorità è andare forte e continuare con Petronas.

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