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ZELTWEG - Come la si gira, è una brutta storia.
“Nel 2022 non correrò dove avrei voluto” ha detto Raul Fernandez ai microfoni di Dazn, ieri dopo l’annuncio ufficiale del suo passaggio in MotoGP nel team Tech3.
Il giornalista chiede a Raul: “Ad Assen avevi detto che al 99% saresti rimasto in Moto2, cosa ti ha fatto cambiare idea?”. La risposta di Fernadez è velenosa: “Nel 2022 non correrò dove avrei voluto correre”.
Cosa intende? Si può pensare, appunto, che lui avrebbe preferito rimanere un altro anno in Moto2, per provare - per me giustamente - a vincere il titolo. Ma non solo.
L’annuncio del suo passaggio in MotoGP fatto dalla Ktm mentre erano in corso le FP4 della massima categoria, ha fatto scalpore, tempi e modi veramente inadeguati per licenziare, di fatto Danilo Petrucci e Iker Lecuona. Perché tanta fretta?
Probabilmente perché Ktm aveva paura di perdere il suo gioiello, come era già successo nel 2020 con Jorge Martin, pilota Ktm in Moto2 con una opzione per la MotoGP, ma poi passato al team Pramac-Ducati: pare che Fernadez avesse raggiunto un accordo - addirittura di 5 anni - con la Yamaha (evidentemente disposta a pagare la penale prevista) per correre nel 2022 nel team Yamaha-Petronas, con un percorso per arrivare successivamente alla squadra ufficiale, come è successo a Fabio Quartararo e Franco Morbidelli.
L’accordo sarebbe stato “scoperto” dalla Ktm, che così ha affrettato i tempi per rendere pubblico il contratto per il 2022, per non rischiare di perdere nuovamente un suo gioiello. Ecco che quel “2022 non correrò dove avrei voluto correre” può essere letto in due modi: 1) “Avrei voluto stare in Moto2”; 2) “Avrei voluto correre con la Yamaha”. In ogni caso, una brutta storia, dalla quale la Ktm non ne esce sicuramente bene.
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